La spinta verso aggregazioni di gente in megalopoli con l'abbandono dei territori e dei piccoli paesi, lo sfruttamento dei poveri e del bisogno hanno mostrato tutti i limiti e i danni!
Il fallimento della globalizzazione senza valori e storia, che mirava a ridurre la forbice tra paesi poveri e quelli ricchi, invece ha ridotto il numero dei paesi sempre piu ricchi, pochi e potenti, e accresciuto il numero di quelli sempre piu poveri e sfruttati.
La corsa sfrenata all'utilizzo di manodopera a basso costo, sfruttando popoli poveri, lo sfruttamento sfrenato dell'ambiente, del territorio non curanti dell'inquinamento, la spinta all'aggregazione delle popolazioni in megalopoli, senza storia, umanità, la cementificazione selvaggia e asfalto ovunque è altro risultato del fallimento".
E' quanto afferma in una nota Tony Lucido attivissimo numero uno della pro loco Altirpinia e già presidente Unpli regionale.
"La spinta all'abbandono dei paesi e dei territori, resi marginali da servizi ed assistenza, la creazione di modelli di sviluppo senza rispetto per la terra, l'ambiente e le persone, tutto questo ha mostrato limiti e fallimento, favorendo cambiamenti climatici, devastazione di territori, ha creato disagi e disorientamento mentale e sociale nelle persone.
È necessario un nuovo modello di sviluppo. È urgente, se non drammaticamente urgente, impegnarsi in questa direzione! "L'economia di Francesco", partendo proprio dagli insenamenti di San Francesco prima, riproposta poi da eminenti studiosi di economia, di etica, stimolati da Papa Francesco, vede il protagonismo e la centralità delle persone, chiamate ad essere Custodi del Creato, ispirata a principi di solidarietà, a dignità delle persone, con sviluppo e dinamiche circolari, senza sprechi, senza mortificazioni.
Allora incominciamo a fare ritorno ai paesi, a volte in colline medio alte, spesso su monti, ricchi di territori, di storia, di tradizioni, di originalità e tipicità dei prodotti.
Ricchi di cieli tersi, di spazi infiniti, con suoni di uccelli, fruscio di foglie secche d'autunno, dove la primavera la senti nell'aria, dove l'estate non è un caldo torrido, dove la neve ammanta tutto e rende i tuoi passi felpati. Dove gli abitanti non sono numeri, ma restano persone. Dove incontri persone che ti salutano per strada, che se cadi ti aiutano a rialzarti. Dove c'è, l'elemento unico a trovarsi, l'umanità!
"Dove anche quando non ci sei resta qualcuno ad aspettarti" Allora si inverta la folle tendenza degli ultimi anni, si potenziano i servizi, si incentivano i ritorni, si stimoli la permanenza nei piccoli paesi, si favorisca l'occupazione, il lavoro.
Solo così gli abitanti restano persone, le persone diventano comunità, le comunità, hanno radici ed identità, recuperando la loro storia, curano, salvano il territorio, l'ambiente, costruiscono con il valore della solidarietà, le ragioni della speranza individuale e collettiva. È tempo di impegnarsi. Solo così ce la potremmo fare"!