«Chi rappresenta il mio territorio non ha dimostrato sentimento. I parlamentari si sono mostrati disattenti». Frasi che sono state pronunciate da Marco Santo Alaia, il primo cittadino di Sperone. Frasi che, secondo Giuseppe Rubinaccio, dovrebbero toccare le corde del sentimento di appartenenza alla provincia di Avellino di tutte le comunità del Vallo di Lauro ed in primis di chi ne rappresenta le istanze sia a livello locale, regionale e parlamentare.
«Invece - aggiunge il dirigente provinciale MIR - sembra che ai nostri amministratori in primis, ai deputati, regionali e nazionali poi, nulla importa se da qui a qualche anno ci ritroveremo proiettati in una dimensione che ci fagociterà, essendo connotata da un esclusivo napolicentrismo: quella della città metropolitana».
Il consiglio comunale di Sperone e le dure parole di Marco Santo Alaia contro la classe politica non solo hanno riaperto con forza il caso Italicum, ma convincono il dirigente provinciale del Mir Giuseppe Rubinaccio a sollecitare anche i sindaci del Vallo: «C'è una sorta di torpore, una vera e propria sindrome di annichilimento, come se non ci fosse la possibilità di rimediare al pasticcio che è stato creato. Allora perché il sindaco di Sperone continua a lottare? E' forse una sorta di Don Chisciotte? No. La risposta è molto più semplice: ama il suo territorio. Come lo amano i rappresentanti politici come Franco Vittoria che hanno portato al centro dell'agenda politica provinciale il tema dei collegi. Sfidando sul suo territorio, in campo aperto e insieme alla sua gente sul tema dei collegi. Mettendo il Baianese al centro della politica, diversamente da altri che hanno scelto il solito bla bla bla altrove. Per questo è ora di continuare una mobilitazione, senza annunciare lettere o fare inutili passerelle. Ma solo con il coraggio dei forti e dei liberi. Come è avvenuto a Sperone».
Redazione