"Baciarsi come fidanzati, amarsi come il primo giorno. Perché l’amore, quando è vero, è per sempre. E poi la pazienza e comprensione, senza cui non si può vivere e costruire una vita insieme”. E’ questo l’elisir di lungo amore di Antonio e Rosalia, che hanno festeggiato ieri i loro 60 anni di matrimonio. Una storia d’amore autentico, che ha attraversato prove e sacrifici, ma anche gioie e immense soddisfazioni, creando una famiglia unita e speciale. Tutto inizia oltre 60 anni fa e, come storia romantica che si rispetti, inizia con una corte serrata di Antonio, che vede e nota Rosalia e se ne innamora a prima vista. Antonio, originario di Mercogliano, ogni giorno per lavorare raggiungeva Avellino. Erano tempi diversi in cui si cresceva prima e l’avviamento al lavoro iniziava prestissimo. Ad 11 anni era già un apprendista sarto. A 18 anni, sempre impegnato nel darsi da fare, inizia a distribuire le bombole di gas per la città. Rosalia, originaria di Avellino era la prima di sette figli, e a 19 anni e lavora da sartina presso una bottega, per aiutare la famiglia.
La prima volta che vidi Rosalia, era bellissima
“eravamo entrambi figi della guerra. La prima volta che vidi la mia Rosalia era in bottega, tentava di riparare un colletto di camicia – racconta emozionatissimo Antonio -. Decisi di aiutarla, ma lei non mi degnò della minima attenzione. Capii subito che la mia Rosalia era una testa dura. Ma non mi rassegnai. Era l’autunno del 1963 e inizia a farle una corte spietata. Inviti e attenzioni che lei puntualmente rifiutava. Rifiutava puntualmente ogni dono: dolcini e altri mi venivano puntualmente restituiti. Accettare il mio dono significava accettare la mia corte e quindi compromettersi”. Memorie e immagini di un tempo passato. Storie di legami e sentimenti, che nella semplicità di gesti e relazioni, costruivano solide basi di rapporti amorosi. Passarono i mesi e nel freddo gennaio del 1964 finalmente Antonio riuscì a rubarle un bacio. “Iniziammo a frequentarci di nascosto – racconta Rosalia -. Un mio parente ci vide e pensò bene di informare i miei genitori”.
La corte e le regole
Antonio, come usanza dei tempi, dovette presentarsi e chiedere il permesso di frequentarla al papà di Rosalia. Antonio prese coraggio e incontrò il futuro suocero, un burbero capocantiere conosciuto in città per essere un lavoratore onesto e un padre molto severo, da questo incontro ne scaturì un vero e proprio patto che Antonio dovette accettare pur di frequentare Rosalia. Le regole erano poche e molto chiare: Antonio poteva vedere Rosalia solo il giovedì e la domenica, ma mai da soli ed entro sei mesi si sarebbero dovuti sposare.
Il burbero suocero Alfredo con il consuocero Modestino organizzarono in prima persona il matrimonio perchè per la legge del tempo i due sposi erano ancora minorenni. “Il 19 aprile del 1964 coronammo il nostro sogno d’amore nella chiesa di San Modestino a Mercogliano, circondati da parenti e amici – ricorda Rosalia -.
La paura più grande dei nostri genitori, però, era la meta del viaggio di nozze. Avevamo scelto di andare al mare, a Salerno: i nostri primi due giorni lontani da casa, la camera dell'albergo Italia, grande, luminosa e arredata con gusto. Ricordo ancora quella colazione che mi offrì con amore il mio Antonio: del pane fresco appena comprato da un fornaio a pochi passi dall'albergo”. Quel giorno fu solo l’inizio. “Dopo vennero i figli la nostra prima Carolina. Poi Modestino e Agnese. . Antonio divenne un dipendente Enel, poi sono arrivati ad arricchire la famiglia i generi Alessandro e Rodolfo. E successivamente sono arrivati a colorare le loro vite i sei nipoti Marisa, Gianni, Katia, Rosalia, Marco e Antonio. Con il tempo la famiglia cresce sempre di più e alla vita quotidiana si sono aggiunti i nipoti acquisiti Rodolfo, Dario, Maria e Roberto e altre due piccole pesti vivacissime Gabriele e Greta. Quando si chiede ad Antonio e Rosalia quale sia il segreto di questa lunga unione lui alza le spalle ed esclama "la pazienza " e Rosalia prontamente rimbecca il suo amato con "l'amore"! Alla fine si può esserne certi che: con un paziente amore e un’amorevole pazienza si può andare lontano, molto lontano