L'eterna lotta tra il bene e il male è andata di scena anche oggi a Gesualdo, in provincia di Avellino, per l'attesissima manifestazione del Volo dell'Angelo, in onore di San Vincenzo Ferreri.
La lotta tra bene e male
Una sacra rappresentazione che, tra fede e tradizione, porta a Gesualdo, ogni ultima domenica del mese migliaia di turisti. Dal castello del principe dei Musici anche oggi ha iniziato a volare l' Angelo, che per il secondo anno consecutivo è stato impersonato dal coraggiosissimo e talentuoso Emanuel Di Lilla. Emanuel, legato ad una fune d’acciaio tesa fra la torre del Castello e il campanile della Chiesa del SS.Rosario, ad un’altezza di 25 metri per un percorso lungo circa 100, scorrendo su carrucole fino ha iniziato la sua lotta-confronto con il diavolo, impersonato da Luigi Forgione. Uno scambio di battute quello tra le due forze del bene e del male, che ha tenuto tutti con il fiato sospeso. L'uscita dell'angelo e la sua tirata nel cielo raccoglie in paese migliaia di turisti e affezionati gesualdini, che ritornano in paese anche da molto lontano per far rivivere la tradizione. Il diavolo anche quest'anno ha troneggiato da un palco, simboleggiante la porta dell’inferno, sistemato nella sottostante Piazza Neviera. “Il Volo dell'Angelo è Gesualdo – spiega Luigi Forgione -. Ognuno di noi vive questa manifestazione con passione, amore, devozione e senso di comunità. Siamo emozionati e felici di essere custodi di un rito antico e di tramandarlo di generazione in generazione. Ogni anno è una festa, è la nostra grande festa in paese”. Emozionatissimo anche il giovanissimo Emanuel , che per il secondo anno ha fatto vivere e volare l'angelo più amato raccontando orgoglioso. “Anche quest'anno il Diavolo è stato sconfitto”. Applausi a scena aperta per la recita spettacolare, che ha portato in paese anche tantissimi turisti stranieri.
“E' questo il turismo delle radici, che rende mete irrinunciabili le piccole e straordinarie realtà delle aree interne – spiega il sindaco Domenico Forgione -. Questo momento di fine agosto è un momento di grande emozione per il popolo Gesualdino, che si ritrova coeso nella piazza, a conferma della straordinaria unicità del nostro territorio”. Soddisfatto anche Cesare Aldorasi, presidente del comitato festa in onore di San Vincenzo Ferreri che dice: l'orgoglio gesualdino anche quest'anno ha brillato nella nostra piazza. Ci auguriamo che anno dopo anno, questa festa continui a crescere e portare visitatori nelle nostre terre”.
La recita dell’Angelo e del Diavolo,le scene e i dialoghi evocano l’eterno scontro tra il bene ed il male. Il diavolo anche quest'anno è stato sconfitto ed è ritornato all'inferno nel tripudio generale di una folla festante.
La storia del rito
Il rituale religioso nasce per ringraziare il Santo Patrono dell'abbondanza dei raccolti. La fune utilizzata viene tesa fra la torre del Castello di Gesualdo e il campanile della Chiesa del SS. Rosario. A essa viene legato un bambino vestito da Angelo che fa il cosiddetto volo fino al centro della Piazza Neviera sottostante, dove viene allestito un palco sul quale, ad aspettarlo, c'è un uomo vestito da Diavolo. L'Angelo giunto a metà del percorso in corrispondenza del centro della sottostante piazza, si rivolge prima al Santo e poi al suo popolo.
“O glorioso San Vincenzo Ferreri, io dall'alto vengo e ti saluto, …mi rallegro con te del grande onore che oggi ti rende questo popolo festante…” e poi agitando il suo dardo lancia la sfida al diavolo… “lode a te evviva per sempre a dispetto di Satana e di tutto l'inferno!” …. Il diavolo, nel trambusto di spari e urla disumane, sbuca da sottoterra e risponde: … “di Satana? Di tutto l'Inferno? Quale esile fiato fa cenno al mio nome? Al mio Regno? …Tu! …Chi sei tu, o miserabile uccello dalle ali mozzate che pigolando vai su questa mia terra?".
Segue un alterco in cui il diavolo, dall’atteggiamento subdolo ed ironico, sbeffeggia il popolo delle sue debolezze e dei suoi vizi, facendo vanto della sua potenza sugli uomini, per poi rivolgersi sarcastico al suo nemico.
L'angelo esalta le virtù della fede nell’elogio al santo ed esorta il popolo a combattere le insidie del male con la preghiera per non cadere nelle tentazioni e nel vizio.
La lotta si placa e il diavolo sconfitto ritorna all’inferno inveendo e minacciando, mentre l’angelo vincitore, nel tripudio generale riprende il suo volo fino al Campanile.