Domani, 20 luglio 2023 è una data importante per la comunità arianese. Ricorre il decennale della beatificazione di Luigi Novarese.
Nato a Casale Monferrato il 29 Luglio 1914, alla cascina “La Serniola”, ha subito inaugurato un tempo che ha lasciato un segno nella storia, vale a dire l'inizio del primo conflitto mondiale.
Novarese entra nella storia mentre un clima di tensioni internazionali sconvolge la serenità di ogni famiglia, di ogni uomo, di ogni nazione.
La sua infanzia e adolescenza saranno accompagnate da lutti e malattia. Dovrà affrontare anche il trasferimento in città lasciando l’azienda agricola, sulla bella collina che guarda Casale ed il Po che distribuisce un grande luccichio quando i raggi del sole scendono perpendicolari sull'acqua che fluisce dolcemente.
La sua vita riceve uno scossone, la guerra cambia l'assetto familiare e non sarà più possibile rimanere in collina; con la fine del conflitto la famiglia è costretta a scendere in paese. Aveva nove anni quando la malattia bussa alla sua porta, accompagnandolo per nove, lunghi anni.
Farà esperienza di grande solitudine quando la mamma lo lascia per andare alla casa del Padre. Ma proprio nel silenzio e nella riflessione si scopre pronto a seguire il Signore nel sacerdozio per essere soprattutto medico dello spirito. la Vergine Santa sarà la sua mamma terrena e non lo lascerà mai più solo, gli affiderà la missione di portare speranza e amore a chi, afflitto dal dolore e dalla malattia, sembrava non avere posto nel mondo.
Ecco il suo appello clamoroso che faceva risuonava da tutti i mezzi di comunicazione del tempo, alla fine degli anni 40: "Non lasciate soli i malati...e voi malati non siete soli, avete una missione da compiere!".
Il programma della giornata
Ore 17.30: incontro "ritratto del beato Lugi Novarese, apostolo dei malati". Relatore don Luigi Di Blasi.
Ore 19.00: concelebrazione eucaristica presiedura dal vescovo emerito e amministratore apostolico di Pozzuoli e Ischia, ex pastrore della diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia, Gennaro Pascarella. Dopo la celebrazione segurà un convivio fraterno.
Da sorella Eleonora Cocca riceviamo e pubblichiamo
Carlo Giusto Novarese, padre del beato Luigi Novarese
Il beato Novarese nasce in una famiglia che si amava molto. Così racconta Maria Novarese, la sorella maggiore del beato: “Sono nata in una famiglia di agricoltori, Mio padre e mia madre si amavano tanto e avevano messo al mondo 5 figli. Vivevamo alla cascina Serniola….il lavoro dei campi cresceva sempre di più e mio padre aveva bisogno di operai che lo aiutassero. Prima di assumerli gli faceva un discorso chiaro – Io sono contento di prendervi a lavorare con me. Se però sento che qualcuno di voi bestemmia, mi dispiace ma sarò costretto a licenziarlo. Dovete capirmi, ho cinque bambini piccoli che ripetono tutto quello che sentono – Quando eravamo piccoli, il momento più bello della settimana era la domenica. Mia madre andava ai vespri in chiesa e noi giocavamo con nostro padre all’ombra di un nocciolo. Lo pettinavamo gli tiravamo i baffi, ci divertivamo un mondo, anche se lui era autoritario….. Durante la settimana, papà lavorava molto… la sera arrivava a casa stanco, però ci riuniva in cucina e ci faceva recitare il rosario. Lui iniziava e noi rispondevamo. Lo diceva passeggiando avanti e indietro per la stanza, perché se si fosse seduto, si sarebbe addormentato…un giorno, la mamma incominciò a non stare bene, mentre aspettava l’ultimo figlio. Le venne una forte emorragia di sangue al naso e tutti noi avevamo paura di perderla. Questa scena me la ricordo benissimo, avevo 14 anni. Una sera mio padre si inginocchiò davanti alla statuetta della Madonna di Lourdes e dal profondo del cuore disse - O Vergine Santa, se uno di noi deve venire da te, prendi me. Io non saprei allevare questi bambini – Pochi mesi dopo il Signore lo prenderà in parola. Luigi nato di otto mesi, piangeva in continuazione. Era Luglio e faceva molto caldo, ma dovevamo tenerlo in braccio tutto il giorno con lo scaldino di lana, pieno di brace. Gli guardavano sempre i piedini per vedere se diventavano viola, per capire se riscaldarlo di più….Mio padre era così felice di questo bambino nonostante tutte le difficoltà e le paure di perderlo….Un giorno di aprile , mio padre è tornato a casa dal lavoro ….dicendo che non stava per nulla bene e che aveva paura di essere alla fine. Arrivò il dottore, si rende subito conto della gravità della situazione, perché allora di polmonite si moriva…. Il giorno dopo è arrivato il parroco e gli ha portato l’olio santo. Quello sarebbe stato l’ultimo giorno di mio padre. All’una ci ha voluti tutti e sei intorno al letto, il più piccolo era Luigino che come al solito piangeva….Bambini …perdonatemi se qualche volta vi ho sgridato e non lo meritavate, ma credete, vi ho sempre voluto bene…Ora pregate, perché io fra poco sarò di fronte all’Eterno Padre…..ha iniziato a recitare le preghiere e dopo le ultime giaculatorie ha reclinato il capo…”[1]
Parole toccanti che ci rivelano un padre generoso, con un amore per Dio e per la sua famiglia. In lui si coniugano autorevolezza e dolcezza nel prendersi cura dei suoi bambini.
Desiderio di preservarli da parole non educative. La preghiera con la sua famiglia chiude la giornata, nonostante la stanchezza. Grande è la trasparenza nel riconoscere le sue debolezze ma anche grande è l’amore oblativo che lo porta a donare la vita per i suoi figli. A tutti i papà gli auguri più belli con un esempio a cui guardare in questo 19 marzo 2023. Il beato Novarese interceda per voi quanto di più caro vi sta a cuore. (Documento di Maria Novarese Balbo, Archivio sodc , Roma).