Montella, sarà beata suor Maria Bernadetta, la suora amica di Papa Bergoglio

Nativa di Montella , esempio di fede e vocazione autentica

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Bergoglio: "Una suora semplice: non aveva grandi luci, ma aveva la saggezza dell’obbedienza, della fedeltà e di non avere paura delle novità. Chiediamo che il Signore, tramite suor Bernardetta, dia a tutti noi la grazia di andare per questa strada"

Montella.  

Nella compagnia del Gesù al fianco dei novizi, una vita di fede e devozione, un esempio prezioso di speranza e carità. La sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche, la fama di santità e di segni della Serva di Dio Maria Bernardetta dell’Immacolata, al secolo Adele Sesso, religiosa professa dell’Istituto delle Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe, si svolgerà dopodomani venerdì 28 aprile 2023 alle ore 12 presso l’Aula della Conciliazione, costituita per il Tribunale nel Palazzo Apostolico Lateranense. Il rito sarà trasmesso in diretta sul canale YouTube della diocesi di Roma.

Suor Maria Bernardetta nacque il 15 ottobre 1918 a Montella (Avellino). All’età di 17 anni inizio' il periodo di postulante a Roma nell’istituto delle Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe. Il 19 marzo 1943 professo' i voti perpetui. Nel 1944 si trasferì in Argentina. Poi, nel 1965, suor Maria Bernardetta arrivo' negli Stati Uniti. Qui si fece conoscere ed  apprezzare per i consigli che dava ai seminaristi. Per lo stesso motivo venne amata e stimata alla Casa di esercizi Villa Sant’Ignazio della Compagnia di Gesù, a San Miguel, dove la sua strada – siamo al 1979 – si incrocio con quella di Jorge Mario Bergoglio, all’epoca provinciale dei gesuiti. Madre Maria Bernardetta era una figura materna per i novizi.

Nel 1986 madre Maria Bernardetta tornò in Italia. Per salutarla, Bergoglio le scrisse una lettera: «Vedemmo Lei e in Lei vedemmo ciò che significava una Congregazione religiosa senza limiti. Vedemmo generosità, spirito di obbedienza, di abnegazione, di servizio…, vedemmo pietà, allegria, senso comune e fortezza. Vedemmo pazienza e rassegnazione».

Nella Casa di Roma si manifestarono i primi segni del tumore che portò la religiosa alla morte. Nonostante la distanza e le difficoltà, l’amicizia con Bergoglio proseguì. «Ogni volta che veniva nella Città Eterna, da vescovo, da arcivescovo e da cardinale, passava a salutarla, e così anche facevano gli altri gesuiti che l’avevano conosciuta negli anni della loro formazione – racconta Correale –. Durante una delle sue ultime visite, la Serva di Dio gli chiese l’unzione degli infermi, perché sentiva che le rimaneva poco da vivere. Il cardinale Bergoglio le impartì il sacramento il primo novembre del 2001; il 12 dicembre madre Maria Bernardetta morì. Visse tutta la malattia esemplarmente, così come aveva vissuto».

«Dalle testimonianze che abbiamo di diversi padri gesuiti – evidenzia la postulatrice – ci dicono che “padre Jorge” sempre parlava di lei, la ricordava nei suoi discorsi come adesso fa ancora da Papa. Ne lodava la vita vissuta con autenticità e coerenza e la citava sempre come un esempio». Lo fece nel 2019, nell’omelia della Messa per la Giornata mondiale della vita consacrata: «In questo momento mi viene alla memoria una suora, umile, che aveva proprio il carisma di essere vicina ai sacerdoti e ai seminaristi – le parole di Papa Francesco –. Una suora semplice: non aveva grandi luci, ma aveva la saggezza dell’obbedienza, della fedeltà e di non avere paura delle novità. Chiediamo che il Signore, tramite suor Bernardetta, dia a tutti noi la grazia di andare per questa strada».