Una pianta di mimosa messa a dimora in memoria delle vittime del naufragio

Una riflessione attenta e come sempre toccante da parte della scrittrice irpina Emanuela Sica

una pianta di mimosa messa a dimora in memoria delle vittime del naufragio

La riflessione di Emanuela Sica da anni in prima linea, non solo l'8 marzo ma tutti i giorni contro la violenza sulle donne...

Montella.  

Quel che resta di questo 8 marzo? Una pianta di mimosa messa a dimora in memoria delle vittime del naufragio di Cutro. 

La bravura, il talento, di ragazze e ragazzi che si impegnano e credono, con coraggio e dedizione, nella forza delle idee e degli ideali ed hanno ben saldo nell’animo il senso vero dell’umanità e della misericordia oltre ad avere un cuore che batte al ritmo della gioia, dello stupore, della condivisione, della bellezza autentica della vita.

Le varie forme del linguaggio delle donne e non solo delle donne che unisce e non divide. La certezza che si lotta ancora per una parità che sulla carta sembra raggiunta ma che, nei fatti, spesso è carente di autentica concretezza nel quotidiano del nostro vivere.

Eppure Roma non venne fatta in un giorno e, per questo, il cammino dell’emancipazione continuerà nel solco delle donne che ci hanno precedute. Nessuna di noi si ferma, nessuna arretra ma tenersi strette e non dividersi renderà il percorso meno faticoso.

Una riflessione come sempre attenta e puntuale da parte della scrittrice irpina Emanuela Sica che poi ringrazia l’associazione Ginestra, il Comune di Montella, Antonella Prudente, Emilia Bersabea Cirillo, Clara Spadea, Anna Dello Buono, Elisa Forte e Attilio Fierro.