Emigrati e diseredati, storia di un sacerdote troppo attuale

Lucido ricorda don Bruno Mariani, icona di Sant'Angelo dei Lombardi che morì durante il terremoto

Sant'Angelo dei Lombardi.  

Stranieri, emigranti, diseredati. Sono i temi su cui riflette Tony Lucido e ricorda Don Bruno Mariani, icona della comunità di Sant'Angelo dei Lombardi, e insieme l'attualità del pensiero di Don Lorenzo Milani.
“Attualissimo più che mai il pensiero del sacerdote Don Lorenzo Milani, che seppe anticipare le scelte del Concilio anni prima, rinnovatore della didattica e della filosofia della Scuola, testimone autentico dell'impegno per la centralità dell'uomo, scrisse, tra l'altro " Lettere a una professoressa della Scuola di Barbiana".
Tanti giovani a Sant'Angelo dei Lombardi ed in Alta Irpinia, negli anni sessanta/settanta, hanno visto molte similitudini, tra la testimonianza di don Milani e quella di Don Bruno Mariani.


Don Bruno Mariani, sacerdote, parroco, guida, fratello ed amico di una Comunità intera, riferimento culturale e morale per tante generazioni, uomo semplice, colto ed autenticamente popolare, sempre al fianco degli umili, dei poveri e degli emarginati, impegnato nel riscatto culturale e sociale delle zone interne e del sud, scomparso tragicamente con il terremoto del 23 novembre 1980, nel giorno del suo 49° compleanno.
Sulle problematiche degli immigrati, degli stranieri, degli emarginati e dei diseredati, dei poveri, ancora oggi come ieri protagonisti della cronaca, di polemiche varie, a volte a sfondo razziste, vuoi per comportamenti sconcertanti, ancora di più per l'utilizzo a volte strumentale in negativo, per speculazione e strumentalizzazioni assistenziali, Don Lorenzo Milani scriveva già alcuni decenni addietro: "Se voi avete il diritto di dividere il mondo in Italiani e stranieri, allora io reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati ed oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri" (don Lorenzo Milani).


Così pure Don Bruno, pur nella visione complessiva ed ecumenica dell'azione ecclesiale, dove c'era posto per tutti, egli non ebbe mai dubbi, scelse sempre di stare dalla parte dei deboli, degli emarginati, dei poveri, senza interesse alcuno, condividendo con questi ansie, speranze e sofferenze, ma anche gioie, entusiasmi, speranze, spirito di lotta, impegno per la democrazia e per la libertà, per la dignità dell'uomo, quale figlio di Dio!”.

 

redazione