Addio ad un'altra grande gloria del calcio arianese: si è spento Livio Iannarone

Leggenda calcistica di quegli anni mitici della serie D e uomo dalle mille risorse

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Lutto nel calcio arianese

Ariano Irpino.  

Era il 18 maggio 2021 quando Livio Iannarone colpito da una grave insufficienza respiratoria venne trasferito in eliambulanza in rianimazione all'ospedale di Eboli. Titolammo così quel giorno: "Ariano in apprensione per Livio Iannarone: Forza guerriero." Da allora la città, i suoi amici di sempre, non lo hanno più rivisto, avvertendo pesantemente la sua assenza.

Dimesso ieri in mattinata dai medici dell'ospedale di Pescopagano, Livio, 56 anni, si accingeva a fare ritorno nella sua città. Ma nell'abitazione di via Fontananuova, dove lo attendeva il fratello Tino per riabbracciarlo, purtroppo non è mai arrivato. Pochi metri prima, dopo essere sceso dall'auto di suo fratello Michele, si è accasciato a terra ed è morto. Dinamiche relative alle dimissioni che ora sono tutte al vaglio della procura di Benevento la quale ha disposto l'autopsia affidando l'incarico al medico legale Carmen Sementa. Salma trasferita in obitorio all'ospedale Moscati di Avellino. 

La notizia ha fatto in pochissimo tempo il giro della città. Un sabato di profondo dolore per gli arianesi, molto legati al grande Livio, leggenda del calcio di quegli anni mitici della serie D che forse nessuno potrà mai imitare. "Un pensiero a Livio - scrive il sindaco Enrico Franza - a cui Ariano ha voluto tanto bene e glien'è vorrà ancora."

E' affranto dal dolore l'amico fraterno Giovanni La Vita. Chi più di lui può esprimere un pensiero così preciso: "Quante batoste, troppe nel nostro gruppo di amici! Corri Livio, adesso nessuno potrà più raggiungerti. Quante sfide nello sport, quanti sacrifici nella tua vita di atleta, quanti progetti nella nostra gioventù, i veglioni, il carnevale al ristorante Vitillo, il cenone messicano, l'Informatore arianese, Ariano Rock al cinema Giorgione, il movimento ambientalista, il comitato antidiscarica, la lista civica Ariano Unita, il partito e la politica locale. Poi la malattia, le tue sofferenze e la volontà di non piegarti alla sorte avversa. La ripresa, il ritorno a casa, poi la fine ingiusta, più ingiusta del male che hai combattuto. Io resto qui a testimoniare ancora la tua idea stravagante di libertà." 

Ma a piangere Livio non è solo la comunità di Ariano ma anche diverse realtà del circondario a partire da Grottaminarda dove anche qui ha seminato bene, conquistando con la sua umiltà la fiducia di dirigenti e tifosi. Uomo di fiducia del compianto presidente Giovanni Romano in quegli anni anche qui d'oro. Un eroe che ha lasciato una traccia indelebile ovunque. Lo ricordano con affetto anche ad Apice e Montefalcone Val Fortore.

"Continuerò a pensare te e tutti i bei ricordi legati al calcio, alla tua allegria e tutta la positività che trasmettevi ad ognuno. Riposa in pace grande Livio." Sono le parole commosse dell'ex presidente dell'Ariano calcio Nino Grasso.

"Anche Livio se n'è andato. Cosa ho apprezzato di lui? La sua profonda irriverenza, nei confronti di tutti, nessuno escluso: la sua forma estrema di libertà - scrive Antonio Romano - eppure era sempre sinceramente affettuoso. Se i luoghi son fatti di persone, quando una persona muore, anche un pò di quel luogo muore."

"Hai dedicato gran parte della tua vita pur tra mille difficoltà al calcio. La scuola calcio Ariano, la scuola calcio Parma, la scuola calcio Red Sox - ricorda Nicola De Pasquale - abbiamo trascorso anni meravigliosi, chi non ricorda le trasferte con la Renault 4 prima e con la Tipo poi, le convocazioni al Bar Irpinia, gli allenamenti dove perdevi nella partitella finale ma poi la risolvevi con un “Chi segna vince” e puntualmente vincevi tu . Ci facevi sentire quasi calciatori. Hai cementato rapporti che durano ancora oggi e dureranno per sempre . Sei stato il nostro Mister, il mio Mister !!! Grazie Mister Livio da tutti noi."

Bella la descrizione di Andrea Lo Conte: "Non ho foto che ci ritraggono insieme, ma ho infiniti ricordi di tante cose fatte insieme. La  mia preparazione con la prima squadra e tu subito a darci addosso a noi ultimi arrivati. Poi mi portasti con te a lavorare nella tua bottega alla guardia, dove restauravi mobili antichi. Nel frattempo lavoravamo, ascoltavamo sempre tanta musica e tu mi dicevi "sienti sie' che piezzo" e poi con la voce imitavi gli strumenti. Giornate intere così, poi in primavera ed in estate, sempre in giro con la tua renault rossa."

Antonio Sicuriello Us Ariano, la maglia: "Questo gruppo si chiama Us Ariano la maglia, perché ricorda i fasti dell'Us Ariano e di chi ha indossato la sua maglia. Il nostro Livio Iannarone ha onorato ed amato questa maglia tutte le volte che l'ha indossata Possedere la numero 7, da lui tante volte portata su e giù per la fascia nei campi dell'Interregionale a difendere i nostri colori, e' un onore tutto mio. Grazie Livio da parte di tutti noi tifosi per aver rappresentato ed onorato la tua amata Ariano."

E poi Valerio Iacobacci: "Tara' stà tranquillo, mi dicevi sempre quanto ci vedevamo davanti al bar, pigliati na cosa, che dici Livio domenica andiamo a Montefalcone alla passeggiata ecologica, fatti trovare alle 7 ti prendo e c'è ne andiamo. Voglio ricordarti così, con quelle tue affermazioni, quei tuoi ragionamenti, quelle tue espressioni, i tuoi racconti delle tue vicende sportive di altri tempi, poi oggi la triste notizia, credevo che almeno ti avrei rivisto, ma niente."

Dino Pagliaro, figlio del compianto Angelo, amico di squadra quest'ultimo di quegli anni d'oro: "Onorato di essere stato scelto da te, capitano della tua Under 18 targata Us Ariano.  Ricordo come fosse ora, nei momenti di difficoltà durante la partita il tuo chiamarmi e dire “Pagliarie’” (si perché così mi chiamavi in senso affettivo ) mi raccomando lucido almeno tu e non mi abbandonare. Ciao Livio Iannarone…corri piu veloce che puoi, sulla tua nuova fascia."

Il ricordo di Antonio Prebenna: "In silenzio sei andato via. Ricordo ancora quando ero bambino e mi portavi al campo sportivo con la tua Diana arancione dove risaltava un adesivo di Andy Capp... Ricordi di almeno 35 anni fa ma che restano indelebili nella mente di chi ti ha voluto bene. Buon viaggio amico mio."

Ci piace concludere con questo ritratto bellissimo e autentico da parte di Roberto Cardinale: "Un grande dolore per tutti gli arianesi, perché Livio era arianese al 100%. Calcisticamente era la storia dell’Us Ariano Valle Ufita pur avendo giocato tanto anche fuori Ariano. Era originario dei vicoli della guardia, uno di quartieri storici del tricolle dove aveva cominciato a giocare al calcio sopra i vasuli in pietra lavica, era arianese mai andato via da questa città che amava tanto."