Covid:oltre 100 ricoveri. L'infermiera 118: non eravamo pronti

Assalto al Moscati. Lo sfogo sul social di una operatrice del 118

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Avellino.  

Covid, assalto all'ospedale San Giuseppe Moscati: oltre cento i ricoveri raggiunti in pochi giorni. Sette persone intubate, ambulanze in attesa. Questi i numeri dell'emergenza entrata nel vivo. Anche in Irpinia il sistema sanitario è al collasso. Il reparto maggiormente in affanno è il pronto soccorso, con la sua medicina d'urgenza, che accoglie regolarmente pazienti coronavirus ormai da giorni. Sullo sfondo il caso dei contagi interni all'azienda, che non si arrestano. I sanitari invitano tutti alla calma e a recarsi in ospedale solo se necessario. Proprio al pronto soccorso gli operatori chiedono all'azienda di allestire un pretriage dedicato ai casi sospetti e accertati di covid. Il sistema di accesso unico crea, di fatto, troppe rischiose commistioni per degenti e personale sanitario.In piena emergenza anche il sistema del 118 e' in affanno. E' diventato virale sul social lo sfogo di una infermiera del sistema di emergenza Cristina che spiega in un lungo post sulla sua pagina facebook: Non è vero che questo è il nostro lavoro e che dovevamo essere pronti. Questo non era il nostro lavoro e noi non siamo mai stati pronti a questo. Noi non siamo pronti tuttora. Sempre più colleghi/amici risultano positivi. Ognuno con la paura negli occhi. (...)
Sì, è vero. È il nostro lavoro. Ma cosa significa? Qualcuno di noi nel nostro percorso di studi avrebbe mai immaginato di respirare a fatica il suo stesso respiro con doppia mascherina per 7 ore di lavoro? Qualcuno di noi avrebbe mai immaginato di avere paura di toccare il pulsante di un ascensore, la maniglia di una porta, la mano di un collega? No, nessuno. (...)  Noi le distanze non possiamo mantenerle mai.
Eh no, non sempre puoi fare le cose con calma (...).
La positività, i sintomi, le terapie intensive, la difficoltà di gestione, i posti letto che mancano  Noi lavoriamo (non ci siamo mai potuti fermare), ci basiamo su ciò che ai nostri occhi è evidente (...) Andrà tutto bene? Non ne siamo più convinti".