Anche le elezioni regionali sono alle spalle. Con tutte le contraddizioni che trasformano gli sconfitti in vincenti e viceversa. Nessuno, o quasi, ha cantato vittoria e l’unico partito che in qualche modo ha avvertito il bisogno di avviare una discussione post-voto è stato il PD. Il segretario cittadino Gerardo Malavena Al centro nella foto fra Pesca e Losco) sembra aver accantonato il proposito di dimettersi maturato dopo aver preso atto di non essere riuscito a ricompattare il partito e, tanto per cambiare, è divampata di nuovo la polemica fra la corrente che si definisce “Progetto Atripalda” e che fa capo all’ex assessore Tony Troisi (nel riquadro, che ha sostenuto i Verdi) e la segreteria cittadina. La polemica di questi giorni si è manifestata attraverso un duro “botta e risposta”.
«Insieme a Gianluca Festa esprimiamo la nostra gioia per lo straordinario risultato politico ed elettorale ottenuto dalla lista DAVVEROVERDI in provincia di Avellino e ad Atripalda - hanno scritto Troisi e compagni -. Sentiamo il dovere di ringraziare i tanti cittadini atripaldesi che con il loro impegno e con il loro voto hanno contribuito alla vittoria di Vincenzo De Luca e all’affermazione in Campania della lista DAVVEROVERDI con l’elezione a consigliere regionale di Francesco Borrelli. Auspichiamo una più attenta e serena riflessione sulla conduzione del PD da parte dell’attuale dirigenza alla luce del deludente 19,62% ottenuto ad Atripalda, considerando il 26,36% ottenuto alle elezioni regionali del 2010 e il 26,85% alle elezioni politiche del 2013. Siamo certi che è iniziata una nuova fase politica che, in breve tempo, porterà a profondi cambiamenti nella gestione del PD provinciale e locale».
E la risposta non si è fatta attendere.
«Le recenti dichiarazioni mezzo stampa dell’amico Tony Troisi, sulla carta componente del Direttivo cittadino del Partito democratico, lasciano sconcertati - recita un documento della segreteria cittadina -. Troisi, nella sostanza, rivendica un riconoscimento politico che nessuno mai gli ha negato, sulla scorta di quanto hanno detto le urne l’altra domenica. Di più, Troisi rivendica quel riconoscimento e, nelle more, lancia strali contro questa segreteria cittadina e contro l’amministrazione comunale di cui il Partito democratico, lo stesso partito di Troisi, è azionista di maggioranza. Cominciamo col dire che per quel che ci riguarda, nonostante potesse essere messa in discussione la legittimità della scelta compiuta dall’amico Troisi in occasione di queste elezioni regionali così come la sua appartenenza al Partito Democratico, mai nessun dirigente, nel rispetto della autonomia all’esercizio del diritto di voto che spetta ad ogni CITTADINO, ha espresso opinioni al riguardo. E’ vero evidentemente il contrario. Dal 2007 ad oggi il Partito democratico ha attraversato tre fasi congressuali e, puntualmente, l’amico Troisi e la sua componente si sono sottratti dal verdetto democratico per trincerarsi in un isolamento di comodo che, altrettanto evidentemente, non ha prodotto i frutti sperati. L’amico Troisi ha il brutto vizio di non saper perdere e questo è un danno per il partito, che, invece, avrebbe bisogno del contributo e dell’impegno di tutti, non certo delle urla mute di chi pretende di rivendicare non si sa bene cosa evocando maltorti mai subiti comodamente seduto sul “cirasiello”. A Troisi, chiediamo di scendere dal “cirasiello”, di trovare l’umiltà del dialogo e del confronto, di trovare finalmente il coraggio di farsi carico della responsabilità dell’appartenenza. Una responsabilità che certo non si esercita rinunciando alle proprie opinioni ma, al contrario, mettendole a servizio del partito e dell’amministrazione. Per il resto, ricordiamo all’amico Troisi che il Partito democratico ad Atripalda continua a godere di ottima salute, posto che la lista del partito s’è attestata al 19.1%, ovvero in linea con la media provinciale, posto che anche ad Atripalda, così come dice lo stesso Troisi, i cittadini hanno potuto votare per altri dirigenti e riferimenti del Partito democratico presenti in altre liste. Fatto sta che il Pd resta il primo partito con 850 voti e che questo voto restituisce solidità a questo gruppo dirigente e prospettiva all’azione del partito fuori e dentro la casa comunale».
Appare evidente, cioè, che il lavoro da fare è davvero tanto se l’intenzione è quella di riportare tutti sotto lo stesso tetto. Anche perché, salvo elezioni politiche anticipate, il prossimo traguardo sono le comunali del 2017, a cui probabilmente il PD, che resta di gran lunga il primo partito nazionale e cittadino, stavolta guarda con l’intenzione di proporre una propria candidatura a sindaco, ovviamente unitaria, altrimenti farà il gioco degli avversari.
Gianluca Roccasecca