Villa bunker di Pago Vallo Lauro: grave segnale arretramento

Monito di Gennaro Corbisiero e Giovanni Ferraro

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Dibattito acceso...

Lauro.  

"Il caso dell’utilizzo della villa bunker di Pago Vallo Lauro appartenuta alla famiglia Cava non può rimanere collocato nella dimensione provincialistica di una disputa amministrativa tra Comuni. Rappresenta, invece, un grave e inquietante segnale di arretramento delle decisioni che lo Stato assume e poi non fa rispettare in un territorio dove la battaglia per l’affermazione della legalità è una priorità assoluta."

E' quanto affermano in una nota Gennaro Corbisiero sinistra italiana e Giovanni Ferraro partito comunista dei lavoratori.

"La villa confiscata ai Cava e acquisita ai beni pubblici secondo il protocollo sottoscritto il 16 settembre scorso presso la Prefettura di Avellino avrebbe dovuto ospitare una sede dell’Istituto Superiore Agrario “Nobile Amundsen” di Lauro. L’accordo preso dai rappresentati della Regione Campania, dell’amministrazione provinciale di Avellino, del Comune di Pago e dell’Ufficio Scolastico Provinciale alla presenza del commissario nazionale per i Beni confiscati, Bruno Frattasi, è stato però letteralmente stracciato proprio da una successiva e unilaterale scelta di Palazzo Santa Lucia che ha optato per la sistemazione della sede dell’Agrario a Domicella. Le ragioni di tale disposizione, comunicata all’amministrazione provinciale, non sono mai state sufficientemente spiegate. Lo stesso commissario Frattasi è ancora convinto che per la destinazione di villa Cava valga il protocollo sottoscritto ad Avellino. I sindaci dei Comuni del Vallo di Lauro hanno preso atto della decisione della Regione e la data di scadenza per le iscrizioni all’Istituto Agrario si avvicina.

La disinvoltura, la superficialità e l’irresponsabilità - si legge infine nella nota - regnano sovrane su questa vicenda. Potremo aggiungere anche una insopportabile quota di convenienza elettorale a rendere ancora più insopportabile il quadro. Ma ci chiediamo: è possibile che tutto ciò accada per un bene confiscato ai clan camorristici, acquisito allo Stato, il cui riutilizzo dovrebbe costituire un simbolo importante nella battaglia per l’affermazione della legalità contro la malavita organizzata? E’ lecito e sopportabile che intorno a un tema del genere si impanchi un così misero teatrino di opportunismi? Perché la Prefettura di Avellino, garante del protocollo del 16 settembre scorso, in presenza del suo stravolgimento non interviene? Quale effetto questa storia avrà sulla popolazione di Pago Vallo Lauro?"