'Primum', il Fiano di Avellino Docg e la sua storia gloriosa

Origini, racconti e leggende legate ad un'eccellenza Irpina coltivata alla Tenuta Ippocrate

Montefredane.  

La sua è una famiglia di antiche e nobili origini da tutelare e preservare nel tempo affinché conservi tutto il sapore, i profumi e l'intensità del territorio irpino. Parliamo del Fiano di Avellino Docg, Biologico. Un vigneto portato avanti con cura e dedizione nella Tenuta Ippocrate, l'Agri Resort di Montefredane.

Nato il 16 dicembre 2009, Primum appartiene ad un vitigno di origini greche che occupa la parte meridionale della Grecia continentale e che da alcuni storici viene chiamato 'Apia', da cui deriva il nome di questo vino, con la trasformazione della 'A' in 'F', quindi da Apiano a Fiano. Ma è ai tempi dei romani che 'Primum' raggiunge il massimo splendore al punto da essere citato da Plinio il Vecchio, scrittore, filosofo naturalista, comandante militare e governatore provinciale romano del primo secolo d.C. per esaltarne le caratteristiche, soprattutto la dolcezza.

Ma parlare delle eccellenze eno-gastronomiche del territorio significa raccontarne anche la storia: Ed infatti la leggenda narra che proprio in epoca romana questo vino ancora oggi molto apprezzato trova uno spazio importante nelle vetrine di Pompei, dove si teneva sotto l'ala protettrice di Bacco Dio del vino, un famoso mercato per la commercializzazione dei vini più pregiati, destinati alle famiglie nobili dell'epoca.

Ed è sempre passeggiando a ritroso nella storia che troviamo nuove curiosità che rendono questo vino e la sue origini particolarmente affascinanti. Si racconta che l'Imperatore del Sacro Romano Impero, Federico II di Svevia, nel 1200, quando a Foggia organizzò una festa di grande importanza ordinò 24 barili, quindi 48 palmi cubici di Fiano di Avellino, che fece portare in Puglia sulla groppa degli asini, perché un'eccellenza cosi non doveva assolutamente mancare nel suo banchetto di corte, in quanto il suo obiettivo era quello di far gustare ai suoi ospiti un bicchiere di vino indimenticabile.

Ed ancora: successivamente Carlo D'Angiò, Re di Napoli, apprezzò talmente la bontà di questo vino che ordinò di impiantare, nella vigna reale, ben 16mila viti di Fiano di Avellino al punto che nel 1800 ben 100 milioni di litri furono esportati in Francia. A seguire, nel 1879 ad Avellino fu inaugurata la Regia Scuola Enologica di Avellino, poi proprio per favorirne la commercializzazione in Puglia alla fine del 1800, del XIX secolo, fu costruita la ferrovia Avellino-Rocchetta Sant'Antonio, che fu chiamata proprio 'ferrovia del vino'.

Un vino dunque particolarmente apprezzato da sempre, che consente un percorso suggestivo a ritroso nel tempo proprio grazie alle sue peculiarità: “Primum - racconta Antonella Perrino della Tenuta Ippocrate - proviene da un vitigno molto forte con una chioma vigorosa con un grappolo spargolo. Vino dal colore giallo paglierino intenso e brillante, che fa pensare all'oro e dal profumo fruttato, con sentori di frutti a bacca gialla e di frutta secca, ma anche di erbe aromatiche e speziate. Pertanto la percezione gustativa è quella di un bel bicchiere di vino fresco, ma contemporaneamente sapido, robusto e persistente, tant'è che nel finale si apre un ventaglio di percezioni gustative che vanno dalla mela annurca all'ananas fino alle nocciole tostate”.

Caratteristiche che nel tempo hanno portato il Fiano di Avellino a scalare rapidamente la classifica dei vini più quotati non solo dell'Irpinia, ma dell'Italia ed oltre: “Nel 1882 Michele Carlucci, direttore della Regia Scuola Enologica di Avellino, pubblica le linee guida da seguire nel processo di coltivazione e vinificazione. Ed è così che nel 1978 questo ha conquistato il titolo Doc, cioè di Denominazione di Origine Controllata e nel 2003 ha conquisto il titolo di vino Docg, cioè Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Proprio per le sue caratteristiche il Vitigno del Fiano si sviluppa al meglio nelle zone collinari, che non superano i 600 metri di altitudine, dove il terreno deve essere argilloso e drenante nonchè ben ventilato in modo da attutire il caldo dell'estate”.

Caratteristiche che è possibile riscontrare appieno a Tenuta Ippocrate dove “prima di piantare questo vitigno - ricorda Antonella Perrino - abbiamo aderito al disciplinare del Biologico, aumentando la fertilità del terreno in maniera naturale, non chimica, con l'uso di colture leguminose. E la difesa della natura è il nostro obiettivo principale. Del resto il nome scelto è già una precisa dichiarazione di intenti, in quanto Primum è la prima parola di una famosa frase di Ippocrate di Coo, si proprio Ippocrate il padre della medicina, che per intero recita: 'Primum non nocere'. Ed è proprio nella Tenuta Ippocrate che il Fiano di Avellino oltre a trovare condizioni pedoclimatiche favorevoli può contare sulle attenzioni e la cura che quotidianamente vengono rivolte al vigneto durante tutto l'anno”.