A dieci anni dalla sua inaugurazione, il Museo Archeologico di Bisaccia, in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno e la Soprintendenza Abap di Salerno e Avellino ha organizzato l’incontro di studi “Giancarlo Bailo Modesti e la ricerca archeologica nell’alta valle dell’Ofanto” che si svolgerà sabato 4 maggio 2019 alle ore 11.00 nella sala conferenze del Castello Ducale di Bisaccia.
Noto archeologo protagonista di importanti studi e ricerchesull’Irpinia d’Oriente e su Pontecagnano, il prof. Bailo Modesti, milanese di origine e per anni docente di preistoria e protostoria all’Università L’Orientale di Napoli, è scomparso prematuramente nel 2008.Protagonista assoluto della ricerca archeologica in provincia di Avellino, per oltre venti anni ha concentrato il suo interesse soprattutto tra le colline di Cairano e Bisaccia, dove ha portato alla luce insediamenti e necropoli che hanno permesso di ricostruire attraverso la cultura materiale la storia delle origini del popolo irpino.
Dopo i saluti di Marcello Arminio, Sindaco di Bisaccia, Domenico Biancardi, Presidente della Provincia di Avellino, Francesca Casule, Soprintendente Abap di Salerno e Avellino, e l’introduzione di Giampiero Galasso, direttore del Museo Archeologico di Bisaccia, interverrannoLuca Cerchiai, docente di Etruscologia e antichità italiche all’Università degli Studi di Salerno, Gabriella Pescatori, già direttore archeologo per la Soprintendenza Archeologica di Salerno e Avellino, e Paola Aurino, funzionario archeologo presso la Soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Napoli.
Atteso da studiosi e appassionati l’intervento di Luca Cerchiai, direttore del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Ateneo salernitano e autore di numerose pubblicazioni scientifiche sugli antichi popoli della Campania preromana, ma anche funzionario archeologo agli inizi della sua carriera nel corso delle indagini di scavo compiute da Bailo Modesti nel nostro territorio.
Al termine dell’incontro seguirà lo scoprimento della targa di intitolazione della sala in cui è stata ricostruita la cd “Tomba della Principessa” alla memoria dell’archeologo che l’ha scoperta nel lontano 1976 e l’ha resa nota al pubblico e alla comunità scientifica internazionale.