Nell’ambito delle iniziative realizzate in tutta Italia, per celebrare il “Giorno della Memoria” fissato come ogni anno, il 27 gennaio l'Istituto Comprensivo "don Lorenzo Milani", di Ariano Irpino, ospiterà Mario De Simone. L'appuntamento è in programma venerdì 8 febbraio alle 10.30 nella Sala Collegio della Scuola Secondaria di 1° grado Aurelio Covotta in Piazza Dante ed è curato come sempre nei minimi dettagli dalla docente di lettere Maria Carmela Grasso. In mostra disegni e poesie dei bambini del ghetto di Terezin.
Testimone vivente della Shoah, fratello di Sergio, unico bambino napoletano morto ad Auschwitz. Sergio non è tornato a casa perchè assassinato nei sotterranei di una scuola, posta su un'isola nel cuore di Amburgo. Con lui vennero uccisi altri 19 bambini ebrei, nove maschi e dieci femmine, di vari paesi europei. Morirono perché erano diventati prove compromettenti, da far sparire. Prima di allora, dopo essere stati strappati alle famiglie, erano semplicemente "lebensurwertes leben", vite senza valore".
In Italia, la Shoah assume caratteristiche diverse dagli altri Paesi europei, dato che, sino agli anni Trenta, manca un antisemitismo sia istituzionale sia diffuso e lo stesso Partito Nazionale Fascista conta tra gli iscritti numerosi ebrei. Mussolini si dimostra ambiguo nei confronti degli ebrei, accogliendo i profughi dalla Germania e tuttavia permettendo una propaganda antisemita che si intensifica nella seconda metà degli anni Trenta. A favorirla sono il peso crescente della destra fascista filotedesca e antisemita e l’affermarsi della teoria razziale della distinzione- separazione tra italiani e popoli inferiori. Ancora fino al 1938, Mussolini continua a rassicurare gli ebrei italiani sulla diversità della politica razziale fascista rispetto a quella attuata da Hitler. Allo stesso tempo, nell’estate del 1938, il Governo fascista, su indicazioni di Mussolini, predispone alcuni strumenti per dare il via all’antisemitismo di Stato. Molti bambini italiani vengono deportati perché le loro famiglie non hanno saputo cogliere la gravità degli eventi e mettersi in salvo per tempo. Quella dei bambini nei campi di concentramento è una situazione transitoria, come ricorda Primo Levi:- “I bambini erano ad Auschwitz come uccelli di passo, dopo pochi giorni, erano trasferiti al blocco degli esperimenti o direttamente alle camere a gas”. La categoria dei bambini non si annovera nel sistema concentrazionario nazista, giacché i bambini non hanno diritto ad esistere, essendo l’infanzia il futuro di un popolo, quello ebraico, che deve scomparire.
Mario De Simone racconta uno dei peggiori episodi di violenza, riguarda il trasporto da Auschwitz a Neuengamme di venti bimbi: polacchi, francesi, olandesi, jugoslavi e il piccolo italiano Sergio De Simone, tra i cinque e i dodici anni.
Prelevati da Birkenau con la menzognera promessa di vedere la mamma, diventeranno cavie umane per ricerche mediche sulla tubercolosi.
"Sergio de Simone è italiano. Nasce a Napoli il 29 novembre 1937. È il sole per mamma Gisella, che a casa suocera e parenti del marito chiamano “l’ebrea”. Il suo nome appare in un raro referto medico, uno dei pochi documenti che non sia stato distrutto (le SS, infatti, prima di abbandonare il campo di sterminio il 17 gennaio 1945, bruciarono tutte le prove che attestavano quanto successo ad Auschwitz-Birke- nau). Il documento è datato 14 maggio 1944, e riferisce di una visita alla gola. Si tratta di un documento importantissimo, in quanto conferma la presenza dei bambini di Bullenhuser Damm nel campo di Birkenau.