Ariano, la guardia di finanza sequestra l'ex macello comunale

Ravvisate irregolarità ambientali

L'area ospita da anni cassonetti e contenitori, andati in "pensione" dopo l'avvio del servizio porta a porta. Sul posto anche la Polizia Municipale e l'ufficio tecnico comunale...

Ariano Irpino.  

 

di Gianni Vigoroso

Da anni una cattedrale nel deserto, un pugno nell'occhio nell'area industriale di Camporeale dimenticata da Dio e dagli uomini. Una delle opere mai entrata in funzione e come se non bastasse deteriorata dal peso degli anni e dalla mano di vandali e ladri. Basti pensare all'impiantistica elettrica letteralmente trafugata già da tempo.

Ed ora una nuova tegola. La struttura è stata sottoposta a sequestro dalla Guardia di Finanza. I militari della locale tenenza, a seguito di una segnalazione, hanno ravvisato gravi problemi ambientali a tal punto da sigillare l'intera area che ospita l'ex macello.

All'interno è stato rinvenuto di tutto, cataste di pneumatici, materiale ferroso, cumuli di fogliame e rami. Materiali che sarebbero dovuti essere smaltiti altrove e non qui. Uno stoccaggio provvisorio da parte del comune giudicato irregolare dai finanzieri. Ma molti dei rifiuti sono stati sversati all'ingresso della struttura in maniera abusiva dai soliti incivili, approfittando dell'assenza di telecamere. L'area ospita da anni cassonetti e contenitori, andati in "pensione" dopo l'avvio del servizio porta a porta. Sul posto anche la Polizia Municipale e l'ufficio tecnico comunale.

Si tratta dell'ennesima operazione della Guardia di Finanza di Ariano Irpino, dopo i controlli e gli scavi effettuati nel sito dell'ex Smae, ultimamente interessato anche da nuovi accertamenti delicati da parte dell'Arpac. In precedenza i carabinieri erano intervenuti in un altro ex opificio, alla località Tesoro e in una cava adiacente, effettuando anche qui una serie di scavi e prelievi. Mentre solo pochi giorni fa in contrada Trave il sequestro di un'altra ex fabbrica da parte della Polizia Municipale ad opera del nucleo ambientale diretto dal sovrintendente Luigi Pietrolà con all'interno amianto non smaltito e prima ancora a Casone dove furono sequestrati macerie di cantiere.