"Mentre in tutta Europa, Italia compresa, si fa alta e cruda la sfida tra populisti e riformisti, a Monteforte tutto sembra immobile, eternamente cristallizzato nel solito gioco delle parti.
E invece no: nonostante i tentativi dei soliti personaggi (sedare, sopire, nascondere...) qualcosa cambia, eccome! Nella mattinata del 3 settembre 2018 la consigliera Assunta Airola, iscritta al Pd, ha rimesso nelle mani del sindaco le deleghe Sport, Turismo, Spettacolo, Politiche giovanili e pari opportunità.
La motivazione ufficiale è - ovviamente - personale e non politica, ma l'avvenimento non è unico nel suo genere: nel novembre 2017 i consiglieri Katia Renzulli e Salvo Meli consegnano le proprie deleghe ed escono dal gruppo di maggioranza “Si può” per formare il gruppo “Sarà bella” (il consigliere Salvo Meli è iscritto al Partito Democratico); nel febbraio 2018 l’assessore Carla Famiglietti rinuncia all'assessorato e alle sue deleghe (anche l'ex assessore Carla Famiglietti è iscritta al Partito Democratico). In sostanza, tre dei quattro consiglieri iscritti al PD rinunciano a svolgere attività amministrative. Sarà casuale, ma tuttora, in quel di Monteforte Irpino, il circolo è commissariato e in (estenuante) attesa di congresso."
Lo dichiara Filomeno Napolitano, Segretario Gd di Monteforte Irpino. “È colpa di Renzi” è stata a lungo la scusa più in voga - osserva Napolitano -, ma è facile immaginare che i soliti noti - immutabili come il loro istinto di sopravvivenza - un domani facilmente sostituiranno questa con un'eclatante “E' colpa del Sindaco” quando avranno scelto un altro un altro padrino, un altro piè di tavolo dove raccogliere le briciole. Ovviamente non è colpa di Renzi né tantomeno del Sindaco: è colpa del modus operandi di chi per anni ha gestito la “res democratica” con un atteggiamento volto non ad ottenere la miglior sorte del partito, ma al garantirsi rendite di posizione partitiche per il solo gusto di averle e di non esercitarle. I soliti noti continuano - sfacciati e impuniti anche per colpa di chi ha osservato e taciuto - a far allontanare militanti e consiglieri giovani e motivati; per mesi dimenticano i loro iscritti, tirandoli fuori dal cilindro soltanto quando c’è da celebrare un congresso o quando c’è da versare la quota annuale, stando però sempre ben attenti a non essere messi in minoranza. Le domande sono semplici, ma destinate a rimanere senza risposta: “Perché un assessore del PD rinuncia all’assessorato e soprattutto perché non sostituito da un altro consigliere PD, legittimato dal suo consenso"? Perché “il bilancio”, “il poc” o qualsiasi elemento di natura amministrativa è totalmente sconosciuto nella sede di via Loffredo?”.
"Le domande saranno vane e le risposte nulle. Forse - aggiunge Napolitano - , quando converrà ai soliti noti e ai loro riferimenti provinciali, verrà celebrato un altro congresso, le porte di via Loffredo si apriranno e si chiuderanno e nulla cambierà. Sarà solo una mia speranza, ma credo che gli artefici di questa metastasi antidemocratica debbano assumersi le proprie responsabilità e si debbano fare da parte. Se proprio non ci riuscissero e intendessero mantenere i propri galloni, quelli conquistati con i soliti sotterfugi, ci sarebbe almeno da augurarsi che comincino a comportarsi da membri di un Partito veramente Democratico, cosa mai fatta prima. Continuo a coltivare la speranza che intervenga il partito provinciale, nonostante i soliti noti abbiano saputo barcamenarsi tra i vari riferimenti e che gli stessi troppo spesso, per mancanza di attenzione o per quieto vivere, hanno preferito tacere. In vista delle prossime importanti scadenze, il PD avellinese, differenziandosi dalle passate gestioni, si cominci a preoccupare delle vicende dei piccoli circoli di provincia e - conclude Napolitano -, soprattutto, spero non mi smentisca.".