di Gianni Vigoroso
Fede, devozione e tradizione nel giorno di Sant'Anna. E' in festa la comunità di Savignano Irpino. Dalla scorsa notte così come avviene da lunghissimi anni è iniziato il culto alla protettrice del paese che avrà il suo momento clou questa sera con la celebrazione solenne in paese.
Con Michele Svignano storico preparatissimo, molto apprezzato nel piccolo comune irpino ripercorriamo la storia legata alla santa venerata dal popolo savignanese.
Il carro di Sant'Anna: E’ il tradizionale carroccio fatto con spighe e paglia di grano più o meno lavorata che faticosamente si appronta anno dopo anno per la mattina del 26 luglio, ed è vero che la sua elaborazione diventa sempre più faticosa come raccontato da Adelchi nel documentario “l’Altra Campania” curato da Simonetta Ieppariello. Questa tradizione fa capo al 26 luglio 1929 di cui una foto mostra ben tre artistiche rappresentazioni esposte davanti alla Monnarazia e quei carri se non i primi, sono stati sicuramente tra i primi della tradizione, che va mantenuta viva.
I carri e il grano di Sant'Anna
I carri di Sant'Anna invece ci portano al sovvenzionamento della festa della Santa. Il culto alla beata Anna in occidente viene introdotto Papa Gregorio XIII XIII (1502-1585), che nel 1584 ne inserì la celebrazione al 26 luglio, per tutta la Chiesa.
A Savignano la devozione si introdusse nella seconda del 1600 e se ne ha notizia nel 1695 quando Giuseppe de Prospo “regala alla Santa e a San Rocco pezzi vaccini di ogni specie per ricavarne fondi per le feste.
Nel 1757 il benefattore Michele Pellecchia ci donò quella bella Statua che si innalza al di sopra di noi durante la processione del 26 luglio. Come pure in suo onore si fa installare sulla Torre il cosiddetto Campanone che, causa una rovinosa caduta, nel 1833 dovette essere rifuso.
Nel 1872 la cappella di Santa Filomena, esistente nella Parrocchiale, fu abbellita con colonne e stucchi e il 6 novembre del 1905, per volere del parroco Don Lorenzo Palmieri, dopo un’altra ristrutturazione definita “ a fundamentis”, venne dedicata a Sant'Anna.
Lo stesso Don Lorenzo ad inizio novena del 1924 stimolò i fedeli a formare una Commissione per la raccolta di offerte in grano per approntare un minimo segno di festa come una banda, una illuminazione a carburo della Piazza e i fuochi d’artificio.
Il messaggio del reverendo andò a segno e un certo Cola di Marianna si mise subito all’opera e andando per le campagne, delimitò alcuni crocicchi strategici di raccolta indicandoli con una bandierina rossa con le lettere S.A.(Sant'Anna). I contadini furono avvisati della iniziativa e quindi passando davanti a quelle zone asciavano qualche gregna, e nacque il Grano di Sant’Anna. La mattina del 26 luglio alcuni carri trainati da buoi passarono per quelle zone delimitate, raccolsero le gregne donate e si ritrovarono a Fontana di Mottola o alla Pescara di sotto, per procedere poi insieme verso il paese.
Nacquero così i Carri del grano di Sant'Anna che non erano delle espressioni artistiche ma dei semplici mezzi di trasporto del prodotto dalle campagne all’aia del paese per ricavare quel grano che, venduto, serviva a sovvenzionare la festa. Dopo la prima edizione del 1924, nacquero i comitati annuali facenti parte dell’Associazione S.Anna e la raccolta delle gregne (fasci di grano) avveniva direttamente da lu mast d’ festa”
“Lu mast d’ festa" , così si chiamava il componente del Comitato, che si autocomponeva verso giugno e iniziava la sua attività nel periodo della raccolta del grano e si presentava con l’asina su ogni campo mentre si mieteva per racimolare l’offerta di una o due gregne che andavano a formare il carro che il giorno della Festa avrebbe fatto bella mostra "'mmiezz'a lu chiano".
La mattina di Sant'Anna, accompagnato da bande musicali, suoni di campane e spari di mortaretti, tutto il grano raccolto veniva trainati in paese e disposti in fila al lato dell’asilo in attesa della benedizione di S.Anna durante la processione.
Ovviamente, la fila dei carri che partivano da Fontana di Mottola e dalla Pescara erano accompagnati dal conduttore e da aiutanti. A questi, la mattina del 26 luglio del 1930, si affiancarono molti altri fedeli, che lasciati i carri allineati “Mmiezz a lu Chian” , si recarono in chiesa per ringraziare S.Anna che avrebbe intercesso per lo scampato pericolo causato dal quel terribile terremoto dell'Irpinia di magnitudo 6,7 che si verificò il 23 luglio con epicentro tra Lacedonia e Bisaccia. Il terremoto causò la morte di 1404 persone prevalentemente nelle province di Avellino e alcuni comuni, come Villanova, dovettero allargare il cimitero per raccogliere le salme.
Da quella data la processione mattutina di penitenza o ringraziamento è stata sempre costante con una folta partecipazione di residenti e non.
I carri del grano di Sant'Anna, sono stati una costante finchè la raccolta del grano è avvenuto nella maniera tradizionale, (come si può notare da una foto del 1950 con due file di una ventina di carri a fianco del campo sportivo), ma da quando le potenti mietitrebbie sono entrate in funzione, il ciclo di produzione è variato e la tradizione non è più sostenibile.