Savignano piange la scomparsa di don Vincenzo Mastromauro

I funerali nel Centro Medico Sociale Don Orione

Il ricordo di Michele Savignano...

Savignano Irpino.  

 

di Gianni Vigoroso

Si è spento in ospedale a Foggia, don Vincenzo Mastromauro. parroco simbolo della comunità di Savignano a poca distanza dalla scomparsa di un altro cuore esemplare della chiesa di Ariano - Lacedonia, don Peppino Diluiso avvenuta a Flumeri.

Due esempi di operatori instancabili, dalle grandi doti spirituali e umane. Un ministero sapiente e generoso da parte di entrambi che forse non è stato apprezzato fino in fondo dalla stessa chiesa in alcuni momenti che le due comunità non dimenticano. Tutta la comunità parrocchiale savignanese si stringe nella preghiera. I funerali su svolgeranno domani pomeriggio, venerdì 6 aprile alle ore 16.00 nel Centro Medico Sociale Don Orione. In molti per la verità si sarebbero aspettati una celebrazione solenne nella chiesa madre sotto la protezione di Sant'Anna ad egli tanto cara, per uno strano scherzo del destino, chiusa a seguito di lavori in atto.

L'amministrazione comunale guidata dal sindaco Fabio Della Marra ha proclamato per domani in lutto cittadino. 

Don Vincenzo: Uomo austero e attento alle tradizioni paesane, si prodigava nel raccogliere antichi cimeli in disuso per riunire, assieme ad un vasto archivio cartaceo, in un museo parrocchiale, uomo riservato tanto che a pochi intimi era noto il suo titolo di “Abate” posseduto dall’alto medio evo dall’Abazia di Santa Maria della Ferrara e successivamente dalla parrocchiale di San Nicola di Savignano dal XVI secolo. E’ storica la sua soppressione dei festeggiamenti di Sant’Anna del 2008 per protestare contro la discarica della Pustarza.

Il ricordo di Michele Savignano, storico, grande amante e custode della storia e tradizioni nella Valle del Cervaro.

“Davanti alla statua di Sant’Anna, i nostri avi hanno sostato in ginocchio. Genitori che hanno accompagnato con fervente preghiera i figli ingenui, inesperti, analfabeti che partivano per terre lontane e sconosciute. Padri che hanno invocato l’aiuto nelle varie calamità e sciagure. Mamme che hanno pianto i propri figli caduti nelle grandi guerre o hanno implorato il loro ritorno sani e salvi. Intere famiglie, strappate con dolore dalle proprie radici, col cuore spezzato hanno salutato la Madre Anna prima di partire, ingoiate da vecchi e tristi bastimenti che le avrebbe portato lontano verso l’incognito. La Sua immagine, davanti alla quale sono stati versati fiumi di lacrime, è rimaste per sempre impressa nei loro occhi e nei loro cuori. Le epoche si sono susseguite, la cultura orale è svanita, la civiltà contadina è quasi del tutto scomparsa; solo il sentimento che fa parte integrante dell’uomo, è rimasta tale qual’era. Come i loro antenati, infatti, quest’anno i savignanesi hanno sostano, uniti nella fede, davanti alla Sua Statua per implorare aiuto, protezione, conforto e per rifugiarsi nella giustizia divina, perché quella umana si è dimostrata deludente, fallace e spesso irrazionale.”

Così scriveva Don Vincenzo Mastromauro nel 2008

“Savignano è stato ferito nel cuore da istituzioni autoritarie, fredde, cieche. La fertilissima e incontaminata piana di Pustarza è stata violentata, mentre era nel pieno del suo rigoglio. Il verde grano, già alto, è stato travolto da pesanti ruspe: sembrava di assistere a una scena macabra di bambini strappati con crudeltà dal seno della madre. L’unica e già esigua economia, basata sull’agricoltura con l’occupazione della molto produttiva Pustarza, ci è stata tolta di mano. Ai Savignanesi sono rimasti solo “l’uocchie p’ chiang”! Con tale e tanta pena nel cuore, come potremmo organizzare una festa di canti, di musiche e di luminarie? Gli Ebrei deportati in Babilonia, appesero ai salici le loro cetre e all’invito pressante dei nemici di volerli deliziare con i loro meravigliosi canti, piangendo risposero: “come potremmo eseguire i gioiosi canti di Sion in terra straniera?”. E noi come potremmo festeggiare con il cuore angosciato? Nonostante tutto questo da autentici cristiani, conserviamo viva la speranza che la potente protezione della Madre Anna, sarà come un mantello, che avvolgendoci, ci riparerà da ogni male.”