Di seguito pubblichiamo la nota di Michele Frascione, ex amministratore comunale di Bisaccia:
«Dopo aver spalmato i forestali ora si rammarica. Parliamo del Presidente della Comunità Montana Alta Irpinia, Marcello Arminio, a qualche settimana dalla scadenza per ”la stabilizzazione” degli operai forestali.
Arminio, eletto nei primi di luglio 2016, per oltre un anno ha proceduto a nostro avviso per indizi e regali (dice, bontà sua), non per Programmazione, come si converrebbe almeno al governo di un Ente Sovra Comunale. Un primo regalo di 30 giorni di lavoro, un secondo di altri 10. E poi basta, mica poteva farli tutti.? Il "terzo regalo" di sedici giornate di lavoro mancanti, lo ha lasciato alla Regione Campania. Verrebbe da chiedere ad Arminio: perché non ha utilizzato un unico provvedimento per provvedere in tempo al passaggio dalle 100 giornate già esistenti con i 16 giorni mancanti per fare l’en plein dei necessario dei cento cinquantasei a assicurare la “stabilizzazione”? E cosi' restano centocinquanta operai non stabilizzati (su un totale di circa duecentoquaranta).
Ora, a detta del Presidente, sarebbe colpa della Regione se mancano i "fantomatici "16 giorni.
E ora che fa il Presidente di Governo, diventa di Lotta, alla Regione? Dice che Lui, “spera, promette e giura".
E intanto, in questa area di collina e montagna, i progetti di rimboschimento e di tutela delle aree verdi attendono.
Di seguito il comunicato di Arminio al quale Frascione fa riferimento
“Abbiamo portato a centoquaranta le giornate lavorative degli operatori a tempo determinato. Avevamo già in cantiere un progetto per arrivare a centocinquantasei, e dunque alla stabilizzazione, ma purtroppo non è andato in porto: un vero peccato”. C’è rammarico e amarezza nelle parole di Marcello Arminio, sindaco di Bisaccia e presidente della Comunità Montana Alta Irpinia, che parla della situazione relativa agli contratto operai forestali.
“Quando sono arrivato – afferma Arminio – le giornate di lavoro erano soltanto cento, spalmate su un anno fino alla fine del contratto (che scade il prossimo 30 settembre, ndr). Le ho subito portate a centotrenta, consentendo ai lavoratori di operare per un maggior giorni nell’ambito di La stabilizzazione dei lavoratori progetti di rimboschimento e di tutela delle aree verdi. Successivamente, mi sono attivato, ho nuovamente riunito la giunta e con i miei assessori ho decretato l’aumento dei giorni lavorativi a centoquaranta. Un provvedimento in favore dei dipendenti e che mostra che alcune volte il nostro ente montano sa essere all’avanguardia rispetto alle altre comunità montane. Questo va detto – sottolinea Arminio -, dal momento che, non si sa perché, ma sembra che attiriamo solo critiche”.
Il rammarico nasce proprio su questo punto. La stabilizzazione dei lavoratori avviene una volta raggiunto il numero di cento cinquantasei giornate annue di lavoro. Mancavano dunque soltanto sedici giornate da coprire, cosa che Arminio intendeva fare attraverso il ricorso alla misura 8.3 del Psr. “E’ stata però soltanto annunciata e non attuata, dal momento che non c’è stata da parte della Regione Campania la possibilità di concretizzarla”.
Si tratta di una misura che prevedeva l’opportunità di programmare lavori all’interno dei territori comunali. “Avremmo potuto sfruttarla e consentire ai lavoratori di raggiungere la fatidica soglia. Con i primi cittadini dei sedici comuni rientranti nella Comunità Montana Alta Irpinia – spiega Arminio – ci eravamo riuniti e avevamo già messo le basi per un progetto che potesse comprendere gli operatori a tempo determinato. Attraverso gli uffici tecnici, ciascun sindaco avrebbe dovuto indicare alcune aree, ricadenti nel territorio del proprio comune, che avevano necessità di lavoro da parte dei dipendenti della Comunità Montana. Mettendo insieme tutte queste aree segnalate avremmo realizzato un progetto attraverso il quale sfruttare questa misura del Programma di sviluppo regionale, le cui risorse finanziarie sarebbero state destinate agli stessi operatori a tempo determinato, i quali si sarebbero a loro volta prestati a lavorare per un buon numero di giornate in più, raggiungendo così quota centocinquantasei”.
La speranza tuttavia non è completamente svanita: l’auspicio è che la misura possa essere ripresa e finanziata l’anno prossimo, “in maniera tale – conclude il presidente della Comunità Montana Alta Irpinia – che possa essere raggiunto l’obiettivo che i circa centocinquanta operai non stabilizzati (su un totale di circa duecentoquaranta, ndr) attendono”.