Escursione a piedi nel cuore della frana di Montaguto

Domenica si inaugura il sentiero del Club Alpino Italiano

La frana di Montaguto diventa finalmente protagonista in positivo. Domenica 28 maggio 2017, infatti, si terrà l’inaugurazione del sentiero 420 del Cai inserito nella rete escursionistica italiana....

Montaguto.  

l Comune di Montaguto, in collaborazione con il Cai Club Alpino Italiano sezione di Avellino, la Pro loco Nuovamente di Ariano Irpino, con il supporto della Comunità Montana dell’Ufita, inaugureranno il sentiero 420 del Cai inserito nella rete escursionistica italiana.

Il sentiero ha un carattere tematico che consente di conoscere più da vicino la frana di Montaguto, percorrendola nella sua interezza per apprezzarne gli sviluppi, le dimensioni e le misure poste in essere per il monitoraggio e il controllo. Non è stata trascurata la storia della città di Montaguto con i suoi collegamenti che hanno da sempre consentito una perfetta integrazione fra nucleo abitato e terreni coltivabili.

Il percorso di ritorno costituisce la riscoperta dell’antica via di collegamento fra il paese e la contrada Macchia, sede di terreni coltivabili. Molto suggestivo questo passaggio che permette di ammirare gli interventi dell’uomo, atti a mantenere la funzionalità della via nonostante l’evoluzione della frana.

Incontro e saluto delle autorità alle ore 9 in zona P.I.P. di Montaguto, in località Taverna. La partecipazione all’evento è subordinata alla prenotazione presso il comune di Montaguto e regolarizzazione della copertura assicurativa di cui i dettagli sono visionabili presso gli uffici comunali.

Ore 7.40: raduno ad Atripalda sul piazzale del Liceo (ex baci-caldi) per organizzare le auto per la partenza. Ore 9.30: inizio escursione dopo l’incontro con le autorità. Abbigliamento: immancabili gli scarponi. Provvedere personalmente alla scorta di acqua e cibo.

Il percorso di andata:

Lasciate le auto in zona Pip in località Taverna, dopo circa cento metri su strada asfaltata si raggiunge l’imbocco del largo sentiero che si inoltra sul corpo di frana: da qui, a quota 332 metri s.l.m., si comincia con un salire continuo e crescente per circa 2,5 km. Man mano che si sale, spalle alla Valle del Cervaro, il panorama mostra i suoi scenari: sulla sinistra, in primo piano, si scorgono i paesi di Savignano e Greci, appollaiati su boscosi rilievi; Ariano sullo sfondo, in mezzo ai primi due e ancora i monti del Partenio, del Taburno e del Matese.

Il salire è faticoso, la pendenza si sente nelle gambe; lungo il percorso si incontrano qualche siepe, rari arbusti ma ciò che colpisce sono i chiari segni della enorme frana, le notevoli opere di ingegneria idraulica impiantate per irreggimentare le acque e contrastare lo scivolamento dei terreni. Da quota 645 metri s.l.m. si procede con meno fatica, diminuisce la pendenza; si raggiunge un masso “erratico” che invita a una sosta ristoratrice e poi, ancora, fino a quota 932 metri s.l.m., dove si incontrano delle pale eoliche. È stata raggiunta la “Montagna”, si intravedono i tetti di Montaguto.

Il sentiero, ora ben definito e in lieve discesa, è agevole; si inoltra su una larga, erbosa cresta che domina, a destra, la Valle del Cervaro, sovrastata dai paesi di Savignano, Greci, Patti, e a sinistra un verde pianoro delimitato da una fila di verdi cipressi in comune di Orsara di Puglia. Superato un piccolo boschetto, si giunge alla piazzetta della Fontana nuova (734 metri s.l.m.): si è nel paese di Montaguto.

Il percorso di ritorno:

Dal paese all’area Pip dove sono state parcheggiate le auto, è piuttosto piacevole. Partendo dalla Fontana nuova, percorrendo via Sorgenti per circa 400-500 metri, superate un gruppo di casette si imbocca, a sinistra, una magnifica carrareccia selciata, ben delimitata da staccionate in legno che si inoltra fra prati e boschetti. Si raggiunge agevolmente la fontana Sorgenti. Da qui si va avanti, sempre sul ben definito e lastricato “carraro” all’ombra e alla frescura del rigoglioso bosco demaniale di Montaguto. Il bosco è ricco di alberi di quercia con un verde e fitto sottobosco. Si giunge alfine a un’isolata masseria, il cui locatario definisce essere in contrada “Carchia”, meglio dire località “Serro Vaccaro”.

Spalle alla fattoria, si percorrono a scendere circa 50 metri di strada interpoderale asfaltata, fino a imboccare a destra un viottolo che si inoltra in un fitto boschetto di cespugli, arbusti e profumate ginestre. Si procede con cautela, perché l’erba può nascondere qualche insidia. Serpeggiando fra i cespugli, il sentiero scende di quota; ora corre lungo una parete rocciosa (sabbie cementate, tipiche della zona) e qui, nel procedere, si impone un aumento di attenzione perché il sentiero si restringe di molto e a tratti è esposto. Lungo il sentiero si incontrano opere murarie che testimoniano come fosse frequentato per raggiungere contrada Macchia.

Si continua su una superficie prativa fino a giungere a una grossa “briglia” in contrada Abbatangelo; qui il percorso si immette sul tratto dei primi 100 metri dell’andata. Il rientro si conclude.

Totale percorso di andata: 4,9 chilometri. Altitudine alla partenza: 415 metri all’arrivo: 730 metri. Quota massima: 930 metri. Dislivello in salita: 640 metri. Pendenza media: 15,9%. Totale percorso di ritorno: 6,72 chilometri. Dislivello in discesa: 390 metri. Tempo impiegato: 2,15 ore. Pendenza media: 10,4%. 

Direttori: Gaetano Caccese, Carmine di Palma, Alfonso De Cesare, Francesco Miressi, Pro Loco Nuovamente di Ariano Irpino.

Gianni Vigoroso