Saveriano tra arte, provocazione e diritti

Attore, autore, regista e attivista Lgbt

«I miei maestri? La strada, le persone che ho incontrato e gli artisti. Ma solo quelli che sorridono». Le esperienze romane, il libro nel cassetto («Ho ingoiato uno scrittore abusivo») e il corto contro l’omofobia

Avellino.  

«I miei maestri sono stati, e lo sono ancora, la strada e le persone che ho incontrato. E poi, gli artisti. Ma solo quelli che sorridono e non hanno la puzza sotto al naso». Ci racconta Massimo Saveriano , avellinese, classe 1971 un romantico ed instancabile artista, il suo impegno artistico si lega profondamente a quello civile: è, infatti un attivista per i diritti LGBT.  

 

Estimatore della provocazione attraverso la performance, ha frequentato l’ università dello spettacolo nel 1990 diretta da Ernesto Calindri, si è trasferito a Roma dove ha lavorato fino al 2006 partecipando a numerosi spettacoli teatrali continuando a preservare la sua passione per le performance d'autore nelle serate romane. Risale a quel periodo la collaborazione con l 'eccentrico Klaus Mondrian nelle gallerie d'arte romane che ha dato vita a “Pasolini in un minuto”: performance dove in un minuto veniva raccontava la vicenda di Pier Paolo Pasolini.

 

Ha lavorato per 4 anni con il regista Claudio Carafoli. Nel 2007 ha deciso di tornare in Irpinia . E’ il direttore artistico della manifestazione culturale “ Candelora” Regista o attore?

 

Come ti definisci?

Non mi piace definirmi regista, attore o autore : semplicemente vivo e cerco di creare cose belle. La mia creatività va oltre, ho fatto un po’ di tutto nella mia vita. C’ è stato un tempo in cui vendevo libri di favole a domicilio. Non mi vergogno di niente quando le persone fanno le cose con dignità vengono sempre premiate dal calore degli altri .

 

Quanto è importante il tuo impegno civile e artistico in una città come Avellino?

Il mio impegno artistico e civile  lo definisco “ poetico- provocatorio – visibile” come quando partecipo ai gay pride: mi piace l’ impatto visivo, giro con un cappello pieno di babà con uno slogan sulla maglietta che dice: «A me mi piace o babà». Bisogna essere visibili per provocare: l’unico modo per sensibilizzare ed entrare nel cuore della gente è impressionarla. Farla entrare, in qualche modo, nel la tua vita di ogni giorno. Far comprendere come vivi, come ti muovi, come agisci. Oggi, in Italia, noi gay non siamo tutelati in nulla. Bisogna essere dei supereroi per rimanere in questo paese. Non a caso, abbiamo intitolato a loro il tema della Candelora di quest’anno.

 

E nel nostro territorio, qual è la situazione?

In Irpinia manca il confronto ma non parlo solo per i diritti gay. Alcuni artisti si sentono arrivati senza guardare altrove, senza uscire dal proprio nido, senza dialogo e confronto. C’è troppa presunzione  in giro: tutti vogliono fare tutto ma senza avere esperienza, che prima di tutto è umana. Credo, sia fondamentale aprirsi.

 

In cosa sei impegnato in questo momento?

In un progetto performativo presso lo spazio culturale “ Meet” eventi di Atripalda, dal titolo : “Love - dove tutto è concesso”. Una serata dove tutti sono liberi di essere quello che sono perché l'amore è una libertà di tutti senza nessuna censura. Nello specifico gli spettacoli sono sviluppati come una performance dove sul palco si alternano uomini, donne, trans, gay, etero.  Ogni spettacolo ha per tema  un colore diversa:insomma, un gioco dove tutti possono sentirsi liberi. Progetti per il futuro? Sto realizzando un corto sul bullismo omofobico dal titolo: ”Raccontami di lui”. Il protagonista è un bambino di 9 anni che fa un viaggio con suo zio omosessuale. E’ un lavoro sull’ omosessualità vista da un bambino e raccontata senza nessuno schema, senza nessuna struttura, senza luoghi comuni.

 

Hai un sogno nel cassetto?

Un romanzo dal titolo: ”Ho ingoiato uno scrittore abusivo”, ma quella è un altra storia. Oggi ho un lavoro dignitoso ma continuo ad impegnarmi per i diritti degli omosessuali , continuo a fare il mio meglio attraverso la creatività, la scrittura ma soprattutto cerco di cambiare un po’di cose. Anche quelle più semplici, come far capire alle persone che un sorriso vale più di tutto il superfluo. Apritevi! la bellezza salverà il mondo…

di Marina Brancato