di Simonetta Ieppariello
Tutti super eleganti. Cravatta nera per gli uomini o smoking, outfit da gran sera, lunghi e paillettati per le signore dal cuore generoso che hanno pagato 150 euro pur di esserci, farsi vedere e fotografare ma anche contribuire ad un progetto benefico, diverso ogni anno. Dalla prevenzione oncologica ai progetti di cura e ricerca. Tutto realizzato tra saloni di gran lusso e abiti ricercati.
Tra i saloni dell’hotel Excelsior o quelli dell’hotel St. Regis c’è anche Marco Petrillo, irpino doc, con la passione e la cultura della bella vita, quella romana.
In dieci anni di vita nella capitale ha saputo conoscere tanti vip, coltivare la sua passione per cinema e teatro, ma soprattutto diventare un assiduo frequentatore dei salotti romani e di tante serate di gran gala.
Questa è la bella vita di Marco Petrillo, 41 anni ben portati e la voglia di raccontare la sua “Grande Bellezza” nella città eterna. Meno decadenza e più anima nei suoi racconti fatti di decine e decine di grangalà e feste a tema tra terrazze romane, salotti di famiglie blasonate e grandi eventi di solidarietà e cultura. In queste serate a tema incontra tanti irpini eccellenti. Come la stilista Paola Nazzaro, o il direttore del Tgcom Antonio Pascotto, fino ad arrivare al celebre e storico attore del Bagaglino Mario Zanna. Solo per citarne alcuni.
«Tutto è nato dalla mia passione per la recitazione. Il mio sogno è fare l’attore. Un sogno che coltivo con tenacia e impegno e che mi ha portato sempre nella vita ad avere un’attenzione, una sensibilità diversa. Un modo di guardare ai fatti e persone più curato, a tratti manierato ma che mi porta, esperienza dopo esperienza, ad avere il mio tempo meglio, di qualità».
Una serata di gala è normalmente un evento o un’occasione molto solenne (festa di beneficienza, ricevimento, dopo mostra, asta ecc;) che richiede ai partecipanti un impegno non indifferente e impone anche delle rigide regole in particolare per ciò che concerne l’abbigliamento e il rispetto del bon ton e del galateo. Normalmente, già nell’invito, gli invitati trovano il cosiddetto dresscode, ovvero le regole di abbigliamento a cui attenersi, direttive che in questi casi vanno rispettate rigidamente.
«La parte più divertente è proprio l’attesa la preparazione, la forma, l’etichetta - spiega -. Tutto da rispettare passaggio dopo passaggio. Quello più atteso e spettacolare è il Gran Galà delle Margherita, come il Gran Ballo Russo che ci impone anche di indossare costumi d’epoca. Il Gran Ballo Russo è un evento annuale nella vita culturale di Roma e si colloca tra le più significative manifestazioni finalizzate a promuovere e sviluppare le relazioni amichevoli tra l'Italia e la Russia». Contenuti importanti dietro la copertina sfavillante che fa vivere ai partecipanti notti uniche e indimenticabili.
«Centinaia di dame e cavalieri che, tra un giro di valzer russo o italiano e un passo di mazurka francese, facevano capolino da dietro le loro maschere nelle più svariate versioni: glitterate con luccichii dorati o argentei, traforate e lavorate in chiacchierino oppure ornate con piume di diversi colori che svettavano al di sopra di pettinature fatte di intrecci o morbide ciocche cadenti. Insomma, ho danzato tra dame e cavallieri come nell’800».
Serate speciali e sfavillanti, magari mirate a fare del bene, che vedono sfilare tutti in una sera i personaggi della bella vita romana, quella fatta di aristocratici.
Soirèe di beneficenza a cui Marco partecipa anno dopo anno tra diplomatici, modelle e attori.
«Tutto è iniziato grazie alle due mie care amiche Paola Pisani, che cura il Garden Party, ed Eleonora Altamore responsabile degli eventi di moda alla dimora l’Amauri. Grazie a loro ho iniziato a coltivare questa passione per le feste di classe che fanno del bene. Un modo all’antica, classico di interpretare gli eventi, fatto di etichetta certo, ma pieno di spunti ed entusiasmo autentico dall’altro. Almeno per come vivo io ogni momento».
La parola d’ordine resta l’appropriatezza. «La cura del particolare sono la dimostrazione stessa del protagonismo che ogni partecipante vive. Forse è questo l’aspetto che a me piace di più. Ognuno è star per una sera, con quella miss, quel gruppo di persone, quello scatto rubato che senti dedicato proprio a te.E ci sono tanti irpini in questi eventi. Non dimenticherò mai quando ne incontrai uno illustre. Era l’allora capo della Polizia di Stato Antonio Manganelli. Un uomo di pura classe. Non si tratta solo del prestigio o della forma, ma dell’essenza e di quella sensazione che qualcuno ti lascia addosso». (foto scattata in occasione del gran ballo russo, ndr)