Caposele: si presenta "lettera a un Giudice"

L'affascinante romanzo di Paolo Saggese

La “Rete degli Studenti” di Caposele, in collaborazione con l’Associazione culturale “Sorgenti del sapere”, presenta il romanzo di Paolo Saggese“ : Lettera a un Giudice. Racconto fantastico sulla corruzione”

Caposele.  

 

La verità è un costrutto circolare che si genera intorno ad una realtà, mediante le opinioni dei protagonisti di quella stessa vicenda. E' così che si spiega come, riguardo un medesimo fatto, due idee, di significato completamente contrario, possono coesistere: rispetto al centro, costituito dalla circostanza in questione, le convinzioni soggettive disegnano una circonferenza intorno al fulcro dell'avvenimento oggettivamente inteso, determinando che pensieri, completamente discordanti e diametralmente, opposti, abbiano comunque la stessa distanza dal nucleo concettuale.

Rispetto al libro così si è espressa Laura De Romanis: Questo è il teorema esistenziale che ci vuole dimostrare Paolo Saggese nel suo primo romanzo "Lettera a un giudice", storia di un candidato che si applica alacremente e con dedizione proficua per sostenere un concorso; nonostante però la sua preparazione organica e completa, viene dichiarato non idoneo, perciò racconta, sotto forma di sfogo composto ma pregno di rabbia e disperazione, la sua delusione per quanto accaduto.

E' un testo da leggere con la consapevolezza che, al termine delle pagine, si resta avvolti nel gioco degli opposti anche affettivamente. Infatti tra le parole emergono, più o meno soffusi, sentimenti multidimensionali, che oscillano tra significati antitetici. C'è tutto il continuum tra indignazione, triste consapevolezza del reale, paura e, agli antipodi, determinazione, ostinazione a cambiare il corso degli eventi, coraggio.

Così allora accade che, rispetto alla partecipazione ad un concorso statale, convivono, con ugual spessore, le contrastanti idee di colui che si prepara studiando in modo assiduo e impegnato e di chi, invece, a fronte di un'applicazione sui libri, può contare sul favoritismo di una raccomandazione. Coesiste la coscienza del candidato onesto che punta su se stesso e sulle sue capacità e quella di chi si ritiene più furbo degli altri, perché ha trovato una strada più corta.

Il lettore resta affascinato dallo stile elegante, raffinato ed accademico di Saggese, che costruisce le scene con pochi ma efficaci tratti, sufficienti a raffigurare le immagini e le emozioni in cui il protagonista del romanzo agisce. Le pagine del libro scorrono leggiadre, con ritmo amabile e mai pesantemente gonfie di retorica malgrado lo spessore del tema esposto, che si spinge tanto oltre la semplice narrazione.

Il sottotitolo precisa che si tratta di un libro fantastico sulla corruzione: fantastico nel senso di non realmente accaduto, eppure, purtroppo, per il teorema degli opposti, fatti analoghi accadono frequentemente nella realtà.

Il monito che ne deriva avvalora quel costrutto circolare di cui si è parlato all'inizio: davanti a tale vicenda ci sarà chi confermerà la sua tesi di non impegnarsi con energia e convinzione o addirittura di rinunciare (tanto esiste la corruzione) e chi, ancor più determinato, si adopererà per insistere con lo studio e l'ostinazione a sfruttare al meglio le proprie capacità.

A me che scrivo ha acceso la passione, ben già radicata, a perseverare nella giustizia e nell'onestà, che prima o poi sempre trionfano se non si smette di crederci: il coraggio, infatti, inizia lì, dove finisce la paura.