Il prossimo 23 novembre saranno 35 anni dal terremoto che ha segnato per sempre l’Irpinia. Al di là delle rituali retoriche e delle cerimonie ufficiali, forse un modo diverso per “ricordare” è dare voce alla ricerca storica che tanto si è spesa per costruire la memoria collettiva del nostro paese. Un pezzo di quella storia si trova in questi giorni a Trento, all’interno de “La rivoluzione della voce. La storia orale ci racconta l’Italia” mostra multimediale dell’AISO – Associazione italiana di storia orale, ospitata in una delle Gallerie di Piedicastello, sede della Fondazione Museo storico del Trentino. La mostra è stata inaugurata ieri pomeriggio, venerdì 13 novembre, e sarà visitabile fino al 14 febbraio 2016 dal martedì alla domenica dalle 9 alle 18. L’ingresso è libero.
«La storia orale è nata come un atto rivoluzionario all’interno della storiografia con il chiaro (e necessario) obiettivo di dare voce a chi non ne ha» spiega Stefania Ficacci, ricercatrice e curatrice insieme ai suoi colleghi: Alessandro Cattunar e Andrea Colbacchini. Tre giovani studiosi che fanno parte del gruppo Labor dell’Università di Padova.
Marina Brancato