Pasolini in immagini

Inaugurate le mostre sull'autore a 40 anni dalla morte. Il rapporto con l'Irpinia e il Festival

Avellino.  

Il prossimo 2 novembre saranno quaranta gli anni senza Pier Paolo Pasolini. “La morte non è nel non potere più comunicare, ma nel non potere più essere compresi” scriveva. Ma quale è la traccia che questo raro e profetico intellettuale  ha lasciato dietro di sé? Cosa conosciamo realmente aldilà di mitologie e retoriche un po’ abusate in certi ambienti culturali? Da queste domande(ma non solo) sorgono i motivi delle  tre mostre fotografico – documentarie che sono state inaugurate ieri pomeriggio alle 17.30 presso il Carcere Borbonico nell’ambito dell’Anteprima del Festival Laceno d’oro che si svolge proprio in questi giorni ad Avellino.  Al taglio del nastro erano presente anche Abel Ferrara, fresco di premio, il direttore artistico del Festival, Antonio Spagnuolo  e Paolo Speranza, tra i curatori delle mostre insieme a Cactusfilm produzioni con la consulenza grafica di Rosy Ampollino. I materiali provengono dall’Associazione Pasolini di Matera, “Quaderni  CinemaSud e ArCCo, Archivio di cultura contemporanea di Paolo Speranza e Carmela Bavota.

«Sono esposizioni pensate per far conoscere Pasolini, le sue opere e il suo pensiero, attraverso materiali inediti. E’ un percorso che  non rientra in un’ottica locale ma che ha un respiro nazionale - ha spiegato Speranza durante la presentazione - l’auspicio, infatti, è che possano avere una risonanza anche dopo il Festival». Le tre mostre precedono quelle di settembre, quando il “Laceno d’oro” entrerà nel vivo: « celebreremo il cinema del grande Cesare Zavattini e Giuseppe Marotta»

Un percorso espositivo semplice:« abbiamo privilegiato la qualità dei documenti rispetto all’estetico dell’allestimento: per avere un giusto contenimento dei costi in un periodo di crisi generale» ha continuato Speranza. Ed è così che nella semplicità degli spazi del Carcere Borbonico si dividono i tre interessanti percorsi espositivi:

Il Vangelo di Pasolini” mostra fotografica sul film Il Vangelo secondo Matteo, a cura di Domenico Notarangelo, giornalista, fotografo e amico di Pasolini, durante le riprese nei Sassi, i 27 scatti esposti raccontano uno dei capolavori pasoliniani. La mostra fa tappa ad Avellino dopo aver girato per l’Europa.

 “Chi è questo Pasolini?” a questa complessa domanda sembrano rispondere i  materiali d’archivio, curati da Paolo Speranza, sull’immagine di Pasolini nei media e sul rapporto con la Campania e il Sud Italia. 

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Marina Brancato