Avellino e la sua storia: ecco quando è nata la "casa e potea"

Dagli anni '60 agli anni '90, una ricostruzione fatta attraverso aneddoti e testimonianze

Avellino.  

Senza dubbio la trasformazione urbanistica più massiccia subita dalla città di Avellino nella sua storia contemporanea risale al periodo che va dagli anni ’60 ai ’90. È in questa fase, infatti, che, sotto la spinta della ricostruzione post-bellica, l’attività edilizia riceve un forte impulso e dà vita ad una inesorabile e diversificata espansione del capoluogo irpino. Così, in linea con quello che diventa un modello nazionale, Avellino mette in secondo piano buona parte del suo antico centro vitale e si estende verso quelli che furono subito battezzati “quartieri periferici”, in quanto distanti da Corso Vittorio Emanuele e Piazza Libertà (sull'app di Ottopagine delle ore 19 la seconda e ultima puntata di una ricostruzione storica per aneddoti e testimonianze sulla città di Avellino, dagli anni '60 agli anni '90: dalla ricostruzione post-bellica al terremoto e anni a seguire)

Percorriamo questa seconda parte del nostro viaggio con Pino Bartoli, docente al Liceo Colletta, che insieme a Mario Spagnuolo e tanti altri anima la passione per la ricerca delle radici storiche locali su avellinesi.it. Tante le curiosità a partire dalle "casa-potea" e alle lavandaie di Rio Cupo, all'edificazione selvaggia che anticipa i primi piani urbanistici.

Alessandro Calabrese