Prosegue il processo a carico della responsabile della biglietteria del teatro Carlo Gesualdo, finita sotto inchiesta - insieme all’ex presidente del teatro Luca Cipriano, e all’ex direttore amministrativo Dario Bavaro e tutto il consiglio di amministrazione, nonché i revisori dei conti - per un ammanco nelle casse del massimo avellinese di 109.861,40 euro.
La donna, insieme al suo difensore Gerardo Di Martino, ha scelto di ricorrere al giudizio immediato, saltando quindi l’udienza preliminare e andando direttamente a processo. L’avvocato Di Martino sul punto dichiara: “Abbiamo scelto l'immediato perché la mia assistita ha una posizione diversa da tutte le altre: non è mai stata dipendente dell'Istituzione Teatro, né del Comune di Avellino, né ha mai lavorato per questi. Amministrava, al contrario, una sua società che, in forza di contratto, gestiva la vendita dei biglietti e degli abbonamenti. Da sempre, le sue mansioni sono state limitate alla vendita dei titoli e alla conservazione e custodia dell'incasso fino alla consegna. Ovviamente la prima verifica che veniva effettuata era quella della corrispondenza tra quanto venduto e quanto consegnato. Non è certo a lei che può essere, dunque, attribuito l'ammanco, laddove pure esistente ovvero dimostrato”.
Una linea difensiva molto chiara, che viene resa ancor più solida dopo l’assoluzione da parte della Corte dei conti, che ha stabilito che non ci fu nessun ammanco, e nessun danno erariale. Secondo la Procura, infatti, il consiglio d’amministrazione e il presidente non sarebbero intervenuti rimuovendo il direttore amministrativo per gravi irregolarità, approvando bilanci dell’istituzione che non fotografavano il quadro reale dei servizi di cassa. Questa mattina in aula è stata ascoltata una collaboratrice del Gesualdo che, in merito alla materiale gestione degli incassi della biglietteria ha dichiarato: “So che il denaro veniva incassato dalla responsabile e dalla sua assistente. Per quanto riguarda la gestione di questo non ho mai visto nulla. Mi occupavo di distribuire gli accrediti prima dello spettacolo, una volta iniziato andavo via”. Il processo è stato rinviato al 15 giugno, data in cui verrà ascoltato, tra gli altri testi, l’ex direttore amministrativo Dario Bavaro. Prima di questa data, il 20 maggio, verrà deciso se rinviare a giudizio gli altri otto indagati, con le accuse di peculato, abuso d’ufficio e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale.