Gli eventi di queste settimane ci raccontano della valenza sociale e culturale che la storia continua a avere. I suoi processi di costruzione e interpretazione ne fanno un tassello imprescindibile del nostro vivere comune. Gli eventi, i personaggi, i simboli storici hanno la capacità di innescare dibattiti anche molto aspri, conflittuali. Pure a distanza di secoli. E se c’è un punto della nostra storia particolare che si iscrive perfettamente in questo filone, quale oggetto conteso e potenzialmente divisivo, è certamente il processo di lungo periodo che portò all’unificazione del Paese.
Ecco perché il Comitato Irpino dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano non poteva non partecipare attivamente al percorso che il Comitato Nazionale ha inteso lanciare, in questo anno difficile, per celebrare il bicentenario dei moti risorgimentali del 1820, consci del ruolo di primo piano che la provincia irpina giocò in quello scorcio cruciale della storia d’Italia.
Avellino avrà quindi l’onore di aprire il ciclo di eventi campani con la conferenza “1 luglio 1820 – 1 luglio 2020: un bicentenario di rivisitare. La rivoluzione del 1820-21 nel Regno delle due Sicilie”, in programma mercoledì 1 luglio, a partire dalle 16.30, nella Sala Blu del Carcere Borbonico. Con i contributi, tra gli altri, da Carmine Pinto, Luigi Mascilli Migliorini, Francesco Barra e Renata De Lorenzo, l’evento è patrocinato da Comune e Provincia di Avellino e dall’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano.
Date le norme di sicurezza attualmente in vigore per il contenimento dell’epidemia di Covid-19, l’utilizzo della sala è forzatamente sottodimensionato. Gli accessi saranno contingentati e riservati alle autorità, ai relatori e a quanti hanno giù provveduto a prenotarsi.