Cristina e il treno irpino conquistano la giuria del Campiello

La giovanissima irpina è stata selezionata per le fasi finali del prestigioso premio letterario.

"Est locus", un racconto ambientato lungo la storica tratta ferroviaria "Avellino-Rocchetta". L'autrice è rimasta stregata da quel paesaggio raccontato dal nonno.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio 

Una treno come metafora di un viaggio che si muove fra due dimensioni: quella geografica e quella interiore. Un simbolismo che ritorna, con rinnovato vigore, grazie alla penna della giovanissima Cristina Colace. E le permette di accedere, col suo racconto “Est Locus”, alla fasi finali del prestigioso premio "Campiello giovani", bissando il risultato dello scorso anno.

Cristina, 18 anni, studia al liceo classico “Publio Virgilio Marone” di Avellino. L'abbiamo raggiunta a telefono. Ci ha spiegato, senza svelare troppi dettagli, alcune delle caratteristiche significative del suo libro.

«Il racconto si svolge lungo la storica tratta ferroviaria Avellino-Rocchetta. Binari che rappresentano un percorso nell'identità della provincia irpina poiché costeggiano tanti paesi che sono gemme del territorio: fra gli altri, Calitri, Monteverde, il Vallo di Lauro», spiega Cristina.

La linea di continuità del racconto, oltre ai paesaggi e ai binari del treno, è rappresentata proprio dai ricordi del protagonista di “Est Locus”.

«Il suo – ci spiega – è un viaggio in due dimensioni: quella onirica e quella fisica. Lo sguardo che si posa su ogni paese è infatti un ideale pretesto per guardare all'interno dei ricordi e così anche all'interno di sé stesso. Un uomo anziano che porta dentro la sua terra. Il suo animo si dischiude gradatamente, dinanzi agli occhi del lettore, come il paesaggio che appare di fronte ai suoi occhi. E segue il ritmo lento del treno».

Un paesaggio che, come altri casi noti della letteratura, si pensi al ciclo della Malesia di Emilio Salgari, l'autrice non ha mai visto ma riesce a rappresentare con dettagliata esattezza. Grazie all'immaginazione che amplia i ricordi di suo nonno che in quella ferrovia ha trascorso buona parte della sua vita.

«Confesso che, come il personaggio del libro, anche io attraverso i ricordi di mio nonno ho intrapreso il mio lungo viaggio attraverso i paesaggi che vengono costeggiati dai binari del treno», descrive con voce emozionata.

L'autrice non esclude, comunque, di visitarli presto per completare questo suo percorso.

Una passione per la scrittura, la sua, che parte da lontano. E che, nonostante la giovane età, le ha permesso già di togliersi numerose soddisfazioni. Anche l'anno scorso, infatti, era stata scelta fra le finaliste del “Campiello giovani”. Un orgoglio per la sua scuola.

«Sono fortunata perché ho anche una famiglia e professori che mi hanno seguito da sempre. Un grazie particolare va alla mia insegnante Mara Lorusso che mi ha spronato a scrivere questo racconto. E a continuare con la strada della letteratura», conclude.

Le redazioni di Ottopagine.it e 696 Tv le fanno i migliori auguri per l'esito del concorso e, sopratutto, per tutto il suo percorso futuro che le auguriamo possa essere ricco di tante soddisfazioni.