Terrorismo, partito dall'Irpinia arruolato dall'Isis

Nel processo a carico di Fatima Sergio spunta un altro presunto jihadista

Si tratta di un giovane marocchino che avrebbe lavorato a Cervinara

Cervinara.  

 

di Siep

 

Avrebbe lavorato alcuni mesi tra i campi e come giardiniere in Valle Caudina nel 2014. Poi la partenza. «Devo tornare a casa da mia madre». Avrebbe detto prima di fare i bagagli e andare via da Cervinara. La comunità marocchina  del posto è una delle più numerose del territorio irpino. Gente operosa e ben integrata con il tessuto sociale. La novità arriva direttamente da Milano: dal processo a carico di Maria Giulia Sergio, la ragazza originaria del Vallo di Lauro che con il nome Fatima è andata a combattere tra le fila dell’Isis. Cervinara, un grosso centro a venti chilometri da Avellino, avrebbe ospitato un marocchino poi impegnato nei campi militari siriani.

E durante il dibattimento emerge la presenza di un altro foreign fighter: un giovane marocchino arrivato in Italia qualche anno fa avrebbe lavorato proprio a Cervinara come bracciante agricolo. Abbandonata la Valle Caudina, sarebbe poi finito a Milano dove, anche in questo caso il condizionale è d’obbligo, si sarebbe unito alle fila degli estremisti islamici e ora sarebbe in Siria a combattere.

Il presunto foreign fighter marocchino sarebbe partito da Avellino per la Siria negli ultimi mesi del 2014 e avrebbe contattato un’utenza turca riconducibile a tre cosiddetti ‘facilitatori’ dell’Isis che nell’autunno dello stesso anno aiutarono anche Maria Giulia ‘Fatima’ Sergio a raggiungere il Paese mediorientale per combattere con le milizie.

Questo quanto emerso nel corso della testimonianza del dirigente della Digos di Milano, Cristina Villa, nel processo milanese a carico della prima foreign fighter italiana e di altre persone per terrorismo internazionale in corso nell’aula bunker davanti al carcere di San Vittore. Sul marocchino partito da Avellino gli inquirenti stanno indagando.

Il processo milanese è a carico di Fatima che si troverebbe ancora in Siria, e di altre quattro persone, tra cui suo marito e suo padre. E tra i nord africani reclutati un altro almeno sarebbe passato per l’Irpinia. 

«Tra le molte utenze di vari Paesi, dalla Spagna al Belgio (22 in totale), che hanno contattato l’utenza turca usata anche da un “coordinatore” dell’Isis - ha dichiarato la Villa rispondendo alle domande del procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli- , è emerso un contatto di un’utenza italiana di un soggetto partito dal centro sud Italia per la Turchia e poi arrivato in Siria». Sul marocchino partito da Avellino gli inquirenti stanno indagando ovviamente da tempo.

A Cervinara dell’uomo non si ricorda nessuno. Avrebbe lavorato anche nei campi, forse a raccogliere ortaggi o noc- ciole, prima di partire per la Siria.