Cancro, siamo in 20 malati in una sola strada. Mai più zitti

La toccante testimonianza di Maurizio, che abita a pochi passi da dove è morto Antonio Limone

"Sabato marceremo per esternare tutto il nostro dissenso. Mai più zitti. Non si può morire così".

Atripalda.  

“Solo nel tratto di strada dove abito io, meno di un chilometro, ci sono venti persone ammalate di cancro. La settimana scorsa è morto Antonio Limone, veterano di Atripalda. Il suo manifesto di morte, voluto dai familiari, parla chiaro: Antonio è stato ucciso dalla Valle dei tumori. Io stesso ho dovuto subire un trapianto per il mio linfoma. Bisogna incazzarsi e ribellarsi, a partire da sabato prossimo”. Parole piene di risentimento ed emozione quelle di Maurizio De Vinco, emozione di chi ha provato sulla sua pelle i disastri che può causare l'inquinamento e che quei disastri li combatte da sempre. Maurizio è stato assessore all'ambiente e vicesindaco di Atripalda.

“Ma credo – continua – che in casi come questi, la politica passi in secondo piano. Io so solo che in un paese come Atripalda, il numero di persone morte di cancro in questi anni parla chiaro. Tre giorni fa un altro decesso di questo tipo dopo quello di Antonio, ad una donna è stata diagnosticata la leucemia, e poi è morta. Si parla tanto della Terra dei Fuochi, a ragione certamente, ma non ci scordiamo della Valle del Sabato. Ci sono giovani malati a causa di colpe non loro. Proprio per questi ragazzi dobbiamo far sentire la nostra voce.”

Antonio ci aiuta a ripercorrere la storia di Atripalda, legata purtroppo a doppio filo negli ultimi anni, con la piaga dell'inquinamento: “Da assessore all'ambiente ho denunciato tante volte gli sversamenti nel fiume Sabato. Le forze dell'ordine intervenivano, ma poi non si riusciva mai ad andare fino infondo. Chiunque abita Atripalda sa di cosa sto parlando. Ti faccio un esempio: il fiume divide il paese in due. Un tempo, non più di cinquant'anni fa, nella zona denominata Palata, i nostri nonni si facevano il bagno. C'è chi lì ha imparato a nuotare. Ora anche quel posto è una fogna. Ricettacolo di rifiuti provenienti anche dai paesi limitrofi: a partire dai diserbanti agricoli scaricati direttamente nelle acque del Sabato”.

“Io sabato marcerò per il mio paese, per le persone a cui tengo. Non si può vivere con la spada di Damocle di un cancro che può colpirti da un momento all'altro. Con lo Stir hanno messo l'immondizia al centro di Avellino e Atripalda. Dietro un palazzone, a via Umberto I, cinquecento metri in linea d'area, c'è l'Isochimica. Ne abbiamo viste troppe. E' ora che la politica che conta, scenda in campo, e intervenga concretamente per cambiare le cose”

Andrea Fantucchio