Buste paga gonfiate al Comune di Atripalda, in due confessano

Dopo le perquisizioni domiciliari sono scattati i sigilli negli uffici di palazzo di città

Atripalda.  

L’operazione della squadra mobile di Avellino è scattata alle prime luci dell’alba di questa mattina con la perquisizione domiciliare a carico di quattro dipendenti del Comune di Atripalda, indagati formalmente dalla Procura di Avellino, due dei quali avrebbero già ammesso le proprie responsabilità.

L’ipotesi di reato sarebbe di concorso in truffa aggravata perché, a quanto è dato sapere finora, attraverso un semplice ma efficace meccanismo contabile, i quattro indagati avrebbero beneficiato per anni di stipendi più alti di quelli che gli spettavano grazie a fittizi rimborsi legati a trasferte di servizio mai effettuate. E, allo stesso tempo, in busta paga erano registrate trattenute per prestiti in corso che rendevano il saldo pressoché invariato e, quindi, apparentemente nella norma.

 

Da quanto tempo il sistema era in atto è difficile da supporre, anche perché pare che la posizione dei quattro indagati non sia la stessa, nel senso che qualcuno avrebbe beneficiato del meccanismo da più tempo rispetto agli altri. Questa mattina, negli uffici comunali si sono presentati gli uomini della mobile coordinati dal vice questore aggiunto Marcello Castello, coadiuvato dagli ispettori Giuseppe Belfiore e Generoso Mauriello, acquisendo atti e dati che saranno successivamente analizzati sia per riscontrare le impostazioni, sia per verificare se il sistema coinvolgeva anche altri dipendenti. E prima di andare via i poliziotti hanno apposto i sigilli all’ufficio personale, ragioneria e alla copisteria.

Gianluca Roccasecca