La difesa aveva avanzato una richiesta di rito abbreviato, ma il gup Pietro Vinetti l'ha dichiarata inammissibile perché l'omicidio è stato contestato con le aggravanti della crudeltà e della stabile convivenza. Una istanza proposta perché se una delle due aggravanti fosse esclusa dopo il dibattimento – inizierà il 14 gennaio dinanzi alla,Corte di assiste-, i benefici del rito alternativo potrebbero a quel punto essere concessi.
La decisione del giudice, con un'ordinanza che l'avvocato Teodoro Reppucci impugnerà dinanzi alla Cassazione, è arrivata al termine di un'udienza andata avanti per un'ora, scandita dal pianto di Benito Miarelli, 57 anni, di Pannarano, in carcere dal 4 luglio con l'accusa di aver ammazzato, soffocandolo prima e decapitandolo poi mentre era a letto, il fratello Annibale, 70 anni, che, dopo la morte della moglie e di un figlio, aveva lasciato Roma e da un anno era tornato a vivere con lui nell'abitazione di famiglia.
Un gesto terribile di cui l'imputato, che una consulenza psichiatrica affidata dal pm Maria Capitanio al dottore Alfonso Tramontano ha indicato come capace di intendere e volere al momento del fatto, ha evidentemente preso coscienza, al punto da chiedersi perche l'abbia compiuto.
Un omicidio orribile, avvenuto nella tarda serata del 3 luglio con modalità horror rispetto alle quali il 57enne aveva fatto riferimento nell'immediatezza ad un ordine ricevuto da Sant'Antonio; poi aveva sostenuto di aver sentito una voce che lo aveva spinto a scagliarsi contro il povero Annibale, staccandogli con un'ascia la testa, appoggiata all'esterno della casa . Durante l'interrogatorio dinanzi al gip Vincenzo Landolfi, aveva rivendicato la sua convinzione sul fatto che Annibale fosse posseduto dal diavolo, e che l'unica possibilità di allontanare il demonio anche da sè fosse legata al delitto del fratello.