Emergenza carcere, il presidente Aufiero: "Riscontrate condizioni disumane"

Sovraffollamento, deficit strutturale, carenza di sostegno psicologico gli elementi di criticità

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Avellino.  

di Paola Iandolo 

"Definire disumano il reparto di isolamento sarebbe un eufemismo». Ad affermarlo il presidente della Camera Penale Irpina, Gaetano Aufiero. «Le condizioni di detenzione non rispettano i principi di umanità sanciti dalla nostra Costituzione. Abbiamo riscontrato celle sovraffollate, mancanza d'acqua, sporcizia e situazioni sanitarie indegne. Quanto emerso durante la visita è lontanissimo dai principi di civiltà giuridica. In una cella destinata a due persone erano ristretti ben cinque detenuti. In altre aree, quattro detenuti condividevano pochi metri quadrati". Ad aggravare ulteriormente la situazione la carenza d'acqua.  "La crisi idrica peggiora la situazione, soprattutto di notte e nei mesi estivi" ha concluso il presidente  Aufiero.

Carenza d'acqua in carcere

 Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'ex parlamentare Rita Bernardini: "il carcere di Avellino è un contesto degradato dove non lavora bene nessuno" afferma la presidente Bernardini. Ci siamo resi conto che mancava l'acqua e recentemente è stata tolta del tutto. È paradossale che nella provincia con la maggiore abbondanza d'acqua in Italia, dove sgorga ovunque, in un carcere questa risorsa essenziale non sia disponibile. Questo perché, negli anni, non sono state realizzate le opere strutturali necessarie" ha  sottolineato Bernardini che rimarca le difficoltà legate alla presenza dei detenuti con problemi psichici. "Il carcere di Avellino è pieno di detenuti che avrebbero bisogno di cure, ma che invece vivono in condizioni disperate e finiscono per compiere atti estremi, come incendiare la cella, aggredire altri detenuti o autolesionarsi. L'area sanitaria è un disastro. Manca un dirigente sanitario e i detenuti spesso attendono mesi o addirittura anni per una visita. Il carcere, dunque, rischia di diventare il simbolo stesso dell'illegalità".

Degrado strutturale

All'emergenza sanitaria si aggiunge quella delle condizioni in cui sono ristretti i detenuti. E' su questo aspetto che si è soffermato Sergio D'Elia di "Nessuno ticchi Caino": "nella sezione di isolamento il degrado è evidente sia dal punto di vista generale sia strutturale. In quel luogo si trovano persone con dipendenze da sostanze o con gravi problemi mentali. Persone che, per la loro condizione, non dovrebbero essere in un luogo di privazione della libertà. Bisogna trovare soluzioni alternative". Presente alla visita anche il deputato del Movimento Cinque Stelle, Michele Gubitosa che ha suggerito "la realizzazione di case di comunità per il reinserimento sociale ove destinare i detenuti con pena residua fino a 12 mesi. Scongiurerebbe il sovraffollamento carcerario. Per noi è fondamentale anche mettere risorse per potenziare il reinserimento lavorativo che abbatte la recidiva". All'incontro hanno preso parte anche Carlo Mele, il garante provinciale dei diritti dei detenuti e Giovanna Perna, componente dell'Osservatorio carcere campano.