di Paola Iandolo
Questione rifiuti, arriva il parere negativo dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e dunque rischia di saltare l'affidamento in house della gestione del ciclo integrato dei rifiuti alla società costituita dai Comuni attraverso l'acquisto delle quote di Irpiniambiente. Alla vigilia del Consiglio di Palazzo Caracciolo, convocato per questa mattina per approvare il prezzo di cessione del ramo d'azienda della partecipata della Provincia, infatti,spunta il giudizio dell'Antitrust. Il parere motivato dall'Autorità, indica alcune violazioni che hanno «un evidente impatto anticoncorrenziale, in quanto in grado di limitare ingiustificatamente la possibilità, per operatori efficienti attivi nella gestione integrata dei rifiuti urbani, di gestire il servizio, all'esito di una procedura competitiva ad evidenza pubblica o attraverso un affidamento con modalità alternative conformi alla normativa vigente.
Le lacune
Nella relazione presentata non ci sarebbero le prove concrete dei risultati conseguiti da Irpiniambiente durante la conduzione pregressa, su efficienza, efficacia ed economicità del servizio erogato che avrebbero dovuto essere dimostrate con dati chiari per dare conto del mancato ricorso al mercato. Trattandosi di una scelta verso una “gestione in house virtuosa”, sottolinea l'Agcm, si sarebbero dovuti evidenziare i risultati raggiunti. Ingiustificatamente, invece, queste informazioni derivanti da una ricognizione sull'azienda non sono presenti, facendo trasparire «la perdurante carenza istruttoria dell'Ente d'Ambito di Avellino». Mancanti i dati relativi agli obiettivi raggiunti da Irpiniambiente «sotto il profilo della qualità del servizio offerto, dei costi per l'ente locale e degli utenti, degli investimenti effettuati e degli effetti sulla finanza pubblica». Gli elementi che non sono stati definiti e portati a giustificazione della scelta da parte dell'ente di Collina Liguorini, quindi, al di là di un giudizio di massima positivo ma non strutturato, devono essere integrati attraverso una documentazione più tangibile.
Le misure da adottare
L'ente ora dovrà comunicare all'Autorità, entro 60 giorni dalla ricezione del parere, le iniziative adottate per rimuovere le violazioni della concorrenza. Se nel termine indicato non saranno colmate le lacune, in rispetto ai principi concorrenziali, l'Agcm potrà presentare ricorso nei 30 giorni successivi. Dunque, la necessità di andare a gara e avviare una gestione mista non appare scongiurata. E le prime risposte sulla carenza di documentazione sono attese proprio dall'assise previsto in queste ore.