E' rimasto dal 31 ottobre all'8 novembre in una cella frigorifero dell'ospedale Frangipane-Bellizzi in attesa dell'autopsia e come se non bastasse dopo i funerali la salma si trova ancora parcheggiata in una fredda sala mortuaria del cimitero. E' il triste destino di Antonio Caraglia. La risposta? Non ci sono loculi disponibili. La stessa amara sorte toccata qualche anno fa al povero Livio Iannarone e tanti altri defunti, alcuni dei quali seppelliti in tombe di amici. E' quanto accade vergognosamente nel cimitero di Ariano Irpino, dove occorre avere fortuna anche da morti.
Il problema è cronico e non di oggi. Nell'ottobre 2018 venne addirittura annunciata la svolta rivelatasi poi come un vero e proprio bluff nel corso degli anni. Ci riferiamo al cantiere della nuova ala che comprendeva due lotti funzionali: 1300 loculi, circa un centinaio di aree destinate a cappelle per essere affidate in concessione ai privati, ben 90 edicole funerarie. Il consiglio comunale di allora approva il progetto definitivo e successivamente la giunta, quello esecutivo. Un primo lotto per un importo totale di circa 4.800.000 euro.
Vengono resi disponibili 1324 loculi. E cosa succede? Il capitolo si chiude incredibilmente con la costruzione e vendita di 1300 loculi a persone vive, molte delle quali giovani. In pratica quello che doveva essere un ampliamento si è trasformato nell'immediatezza in emergenza, nello stesso giorno in cui il comune ha venduto i loculi.
Quale è stato l'errore: Il comune avrebbe dovuto riservare per se almeno 200-300 loculi per le tumulazioni giornaliere, così come avviene intelligentemente ovunque. Cosa che invece non è avvenuta. Ed ecco le conseguenze.