Prata, si lanciò nel vuoto per fuggire alle fiamme: tre responsabili a processo

Il processo per loro inizierà il prossimo 10 aprile 2025 davanti al giudice monocratico

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Prata di Principato Ultra.  

 

PRATA PRINCIPATO ULTRA – Un venticinquenne gambiano, ospite di una struttura di accoglienza, si lanciò dal primo piano della struttura di Tavernanova di Prata nel 2021 per sfuggire alle fiamme che avevano invaso i locali della struttura. Njie Kabiro morì - per le gravi ferite riportate - il 27 marzo al Moscati di Avellino. Il processo per i tre indagati ritenuti responsabili del decesso del venticinquenne - difesi dagli avvocati Felice Bianco e  Nicola D'Archi - inizierà il prossimo10 aprile davanti al giudice monocratico di Avellino.

Le accuse 

A processo sono finiti la responsabile della coop dal 2015 al 2021 -  perchè  ad avviso della pubblica accusa - avrebbe violato gli obblighi di controllo derivanti dalla sua carica. Alla legale rappresentante viene contestato In primis per aver usato all’interno del predetto Centro accoglienza suppelletili ed arredi non dotati di effettiva capacità ignifuga; segnatamente, non avendo predisposto controlli per prevenire gli incendi con particolare riferimento alla collocazione di un consistente numero di materassi privi di etichetta di omologazione e come tali non in possesso del requisito di reazione al fuoco ad ogni modo, di materassi risultati, agli accertamenti effettuati, non ignifughi. Ma anche per non aver segnalato al suo successore alla carica di guida della coop la situazione di rischio che si era creata. A processo anche il legale rappresentante dal 30 settembre 2021 della coop di Giugliano che gestiva il Centro di Accoglienza di Tavernanova. Anche a lui vengono contestate una serie di violazioni connesse all’ ipotesi di incendio colposo e per non aver impedito l’uso, all’interno dei locali del Centro accoglienza, di dispositivi elettrici pericolosi. Infine al responsabile antincendio della struttura della cooperativa viene contestata la mancata adozione di idonee misure per prevenire gli incendi.  Saranno parte civile nel processo il fratello della vittima rappresentato dall’avvocato Giuseppe Giammarino e l’addetto rimasto intossicato, difeso dall’avvocato Guido Chiusano.