Sono circa una ventina i parroci della diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia che hanno scelto di portare l'oro votivo nella stanza blindata del seminario vescovile di Ariano Irpino, dove purtroppo clamorosamente sono avvenuti gli ammanchi. Nessuno era obbligato a farlo. Un tempo i preziosi venivano depositati per motivi di sicurezza nelle caserme dei carabinieri. Un servizio che attualmente non viene più effettuato.
Fatta eccezione della Basilica Cattedrale sprovvista di oro da custodire, sono almeno cinque le chiese del centro oltre al Santuario di San Liberatore che puntualmente portano l'oro in episcopio per poi riprenderlo in occasione di festività solenni. Non è mai mancato nulla nel corso degli anni.
Tutto era stato sempre custodito in maniera scrupolosa e sicura, fino allo scaldalo che ha portato all'arresto della suora appartenente alla congregazione dello Spirito Santo, accusata di essersi impossessata dell’oro votivo donato dai fedeli, appartenente a diverse parrocchie della diocesi Castel Baronia, Ariano Irpino, San Sossio Baronia, Bonito, Savignano Irpino e Carife e addirittura di una reliquia di San Nicola di Bari, incastonata in un medaglione di metallo. Gli inquirenti hanno accertato la cessione dei beni sottratti per un importo allo stato quantificabile in una somma non inferiore a 80.000 euro, con trasferimenti del denaro all’estero. Inchiesta quella coordinata dalla procura di Benevento che non si sarebbe affatto conclusa. E' in atto una ricognizione che non farebbe escludere nuovi sviluppi.
Resta l'incredulità e lo sconcerto in città da parte di chi conosceva molto bene la suora arrestata, attivissima sui social, soprattutto sulla piattaforma tiktok dove amava pubblicare quotidianamente le sue esibizioni canore alla chitarra e pianoforte molto apprezzate.