di Paola Iandolo
il pomo della discordia è stato un prestito di 40mila euro, registrato anche con una scrittura privata tra il noto medico e suo cognato, un ex carabiniere in pensione. Il carbiniere azionò la scrittura privata, ma il medico ha sempre sostenuto che l'atto in questione fosse stato manipolato, motivo per cui aveva presentato una denuncia formale per truffa e falso con i suoi congiunti, difesi dagli avvocati Gaetano Aufiero e Carlo Frasca. I due furono rinviati a giudizio. Il medico non contento pubblicò anche un gravissimo post su facebook nel quale divulgò notizie sensibili e diffamatorie. Per questa vicenda il medico è stato denunciato ed è a processo per diffamazione e violazione della legge sulla privacy.
La sentenza di assoluzione
I giudici del tribunale di Avellino hanno emesso una sentenza di assoluzione per la sorella e il cognato del noto medico con la formula piena "perchè il fatto non sussiste" al termine di una lunga istruttoria dibattimentale dove i due imputati hannodimostrato non solo che il medico sapesse della scrittura privata, ma era stata allegata anche al bilancio di una struttura ricettiva gestita dal professionista. Circostanza che ha convinto i giudici ad emettere sentenza di assoluzione.
Il medico è stato assistito dagli avvocati Mirella Nigro e Dario Cierzo.