Scomparsa Manzo: a distanza di tre anni vicina la svolta, ecco perché

Pronti gli avvisi di garanzia per gli indagati coinvolti nel caso della scomparsa del pensionato di

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Prata di Principato Ultra.  

 

di Paola Iandolo 

Il giallo di Prata Principato verso la svolta. Dopo più di tre anni dalla scomparsa di Mimì Manzo, il muratore di Prata Principato Ultra sparito l'8 gennaio del 2021, nei prossimi giorni potrebbero arrivare i primi sviluppi nell’inchiesta aperta dalla Procura di Avellino. Potrebbero essere firmati nelle prossime ore gli avvisi di conclusione delle indagini affidate al comando provinciale dei carabinieri di Avellino. 

Le continue ricerche

Dagli accertamenti effettuati nell'ottobre del 2023  - anche con l’ausilio di drone - emersero circostanze ed elementi analizzati dagli inquirenti. Gli uomini dell’Arma hanno lavorato incessantemente sul caso Manzo,disponendo continui sopralluoghi in un’ampia area tra via Marconi, la stazione ferroviaria dismessa e i depuratori. Le vasche utilizzate per le acquee reflue – già oggetto di analisi con i sommozzatori del Nucleo saf – sono state completamente svuotate, analizzate e repertate. 

Le testimonianze in Procura 

Decine di testimoni sono stati ascoltati sia in caserma che in procura. Fondamentale la testimonianza della barista di Prata Principato Ultra resa il 20 gennaio di quest'anno. La giovane precisò: “A Prata in molti sanno quello che è successo a Mimì, ma non parlano. Forse dietro c’è qualcuno di grande”. La barista di Prata Principato Ultra, R.C. disse anche “Come fa qualcuno a mettere la testa sul cuscino avendo questo peso addosso. Noi vogliamo solo far stare in pace Mimì, che sicuramente non avrà avuto una buona morte”. La barista raccontò altri dettagli che potrebbero essere collegati o meno con la scomparsa di Mimì Manzo, avvenuta l’8 gennaio del 2021. “Alcuni giorni dopo la scomparsa di Mimì, l’indagato Alfonso Russo (difeso dagli avvocati Palmira Nigro e Dario Cierzo) venne al bar e mentre consumava scoppiò in un pianto.

Un ragazzo gli disse “tranquillo, nessuno saprà nulla”. La ragazza chiarì che non aveva intenzione di accusare qualcuno, ma aggiunse anche di non credere “alla versione fornita da alcune persone quella sera. Non credo che  Mimì si sia allontanato solo perché era caduto un pezzo di lasagna”. E non solo. Mise in dubbio anche le dichiarazioni rese dall’indagata Loredana Scannelli, difesa dall’avvocato Rolando Iorio. “Lei ha detto che dava del voi a Mimì, ma non è vero, gli davamo tutti del tu”. Nel registro degli indagati sono finiti anche la figlia dello scomparso Romina Manzo, difesa dall’avvocato Federica Renna e la madre di Loredana, Pasqualina Lepore (difesa da Rolando Iorio).

La battaglia del fratello e delle sorelle di Manzo

I familiari di Mimì in questi tre lunghi anni  non si sono mai fermati pur di sapere la verità. Da tre anni chiedono di sapere cosa è accaduto al loro congiunto e di potergli dare una degna sepoltura. Ripetuti gli appelli lanciati pur di scongiurare una possibile archiviazione del caso: “presenteremo continue denunce pur di non far archiviare il caso” hanno ribadito in diverse occasioni.

La scomparsa

Di Mimì Manzo si sono perse le tracce l’8 gennaio del 2021 nei pressi della stazione ferroviaria dismessa dopo un litigio con la figlia, forse per la presenza di alcune persone in casa o per la presenza di droga alla festa di compleanno di Romina.