Disordini stadio "Menti": il tifoso irpino ha risposto alle domande del gip

Si attende la decisione del gip del tribunale di Avellino Francesca Spella

disordini stadio menti il tifoso irpino ha risposto alle domande del gip
Atripalda.  

di Paola Iandolo 

Ha risposto a tutte le domande del gip Francesca Spella, il tifoso avellinese Stefano Cecere - di Atripalda - arrestato con le accuse di tentata rapina, istigazione alla violenza e invasione di campo, dopo i fatti accaduti domenica scorsa al “Menti” di Vicenza. Il giovane atripaldese è stato tratto in arresto in flagranza differita dal personale di via Palatucci. Intanto stamattina - durante l'interrogatorio di convalida - gli avvocati Fabio Tulimiero e Assia Iannaccone - hanno depositato agli atti un nuovo video. Ovviamente la difesa ha contestato la qualificazione giuridica dei fatti, in particolare quelli che sorreggono la misura cautelare, ossia la tentata rapina.

La linea difensiva

Dalle immagini e da quanto ha chiarito la difesa nel corso dell’udienza, il tentativo di strappare dalle mani la bandiera non sarebbe stato finalizzato ad una tentata rapina, bensì ad un tentativo di difesa posto in essere dal quarantenne, in quanto era stato colpito con quella bandiera mentre tentava di colpire a sua volta un altro tifoso. Una versione quella fornita da Cecere, ora al vaglio del Gip Spella, che dovrebbe sciogliere la riserva in giornata. La difesa ha chiesto infatti la revoca degli arresti, mentre il pubblico ministero ha invocato l’applicazione della misura degli arresti domiciliari.

La ricostruzione degli agenti della Digos

L’arrestato - stando alla ricostruzione effettuata dagli agenti della Digos di Vicenza - dopo aver scavalcato la recinzione, ha raggiunto il terreno di gioco fino a raggiungere il settore occupato dai tifosi vicentini. Lì ha colpito con due pugni un tifoso locale e tentato di impossessarsi di uno striscione. La sua condotta poneva in pericolo la gestione dell’Ordine Pubblico determinando momenti di forte tensione tra le rispettive tifoserie. Per tale gara, attesa la forte e storica rivalità tra le opposte tifoserie oggetto anche di valutazione dell’Osservatorio sulle Manifestazione Sportive del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, era stato predisposto adeguato servizio di ordine e sicurezza pubblica dalla Questura di Vicenza che consentiva di evitare ulteriori e più gravi disordini.  La visione delle immagini del sistema di videosorveglianza dello stadio di Vicenza fornite dalla D.I.G.O.S. e la conoscenza dell’ambiente ultras da parte della D.I.G.O.S. della Questura di Avellino ha consentito la ricostruzione degli accadimenti e la compiuta identificazione del supporter avellinese.