Avellino, piano di investimento fasullo: il commercialista ha fatto scema muta

Il professionista avellinese si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip

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Avellino.  

di Paola Iandolo

Il commercialista avellinese P.L.V. stamattina è stato sottoposto all’interrogatorio di garanzia. Dinanzi al gip Giulio Argenio, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il professionista da giovedì è ritonato in cella dopo che i militari del Comando Provinciale di Avellino hanno dato esecuzione all’Ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere, disposta dal G.I.P. del Tribunale di Avellino. P.L.V è indagato insieme ad altri sette indagati, di cui due residenti in Roma, tutti accusati di malversazione in danno dello Stato, auto riciclaggio e riciclaggio.

L'indagine

Provvedimento restrittivo emesso al termine di articolate indagini dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica di Avellino ed eseguite dal Gruppo della G.d.F. di Avellino, che hanno avuto ad oggetto le movimentazioni finanziarie anomale poste in essere dal libero professionista avellinese sottoposto alla misura cautelare in carcere, già precedentemente destinatario della restrizione inframuraria per altre condotte criminose commesse in danno dello Stato, in relazione all’erogazione di un finanziamento assistito dalla garanzia statale prestata dal Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese.

Le accuse

In particolare, il professionista, legale rappresentante di una società, esercente l’attività di consulenza sulla sicurezza ed igiene dei posti di lavoro, aveva presentato a un istituto di credito, un piano di investimento finalizzato alla realizzazione di n. 15 unità mobili adibite a presidi infermieristici, per un valore complessivo dell’investimento pari ad euro 2.656.080,00, di cui 546.080,00 derivanti da risorse proprie. Il programma di investimento veniva approvato e concesso dall’istituto finanziario per un importo pari ad euro 2.067.800,00. Ma le indagini hanno consentito di acquisire elementi tali da far ritenere allo stato delle investigazioni che il programma di investimento non solo non era realizzato, ma che il denaro ricevuto a titolo di finanziamento era stato destinato a finalità estranee al predetto piano d’investimento e utilizzato per scopi prettamente personali, quali acquisto di automobili, orologi di pregio, arredi, imbarcazione da diporto, attraverso plurimi trasferimenti a parenti e soggetti terzi, così ostacolandone la tracciabilità.Gli accertamenti eseguiti dalla Guardia di Finanza dal Comando Provinciale di Avellino hanno consentito di tracciare puntualmente i flussi finanziari e la destinazione effettiva delle somme, oggetto del finanziamento.