Clan Sangermano, fissato il processo davanti alla Corte di Appello

Processo di secondo grado solo per coloro che sono stati giudicati con il rito abbreviato

clan sangermano fissato il processo davanti alla corte di appello
Lauro.  

di Paola Iandolo 

Inizierà il prossimo 16 settembre davanti ai ghiudici della Sesta Sezione della Corte di Appello di Napoli il processo di secondo grado per i presunti componenti del “Clan Sangermano”. Si tratta dell’impugnazione proposta dallw difese avverso la sentenza del processo con rito abbreviato firmate dal Gup del Tribunale di Napoli Chiara Bardi nei confronti di Giuseppe Buonincontri a  8 anni e 4 mesi (difeso dagli avvocati Pasquale Napolitano e Francesco Picca ora ai domiciliari), Onofrio Sepe a 9 anni e 4 mesi (difeso dall’avvocato Raffaele Bizzarro, ora ai domiciliari),Paolo Nappi a 8 anni e 8 mesi (difeso dagli avvocati Raffaele Bizzarro e Marco Massimiliano Maffei, ora ai domiciliari), Salvatore Sepe a 12 anni e 8 mesi ( difeso dagli avvocati Antonio Iorio e Giovanna Russo ora ai domiciliari), Agostino Sangermano a 13 anni e 8 mesi (difeso dagli avvocati Raffaele Bizzarro e Nicola Quatrano). Assolto invece Ezio Mercogliano. La Procura Antimafia di Napoli non ha proposto impugnazione in Appello e dunque la sentenza nei suoi confronti è diventata definitiva.

Le accuse

Trentaquattro capi di imputazione contestati a vario titolo agli indagati, ai quali si sono aggiunti sette nuovi indagati rispetto al blitz che aveva smantellato il clan operativo tra nolano e provincia di Avellino. Nei confronti di undici persone viene contestata anche la più grave di associazione a delinquere di stampo mafioso. Nei confronti degli altri indagati viene contestato il trasferimento fraudolento di valori per la partecipazione alle quote societarie di un caseificio di fatto secondo gli inquirenti nelle mani dei Sangermano, più imputazioni di estorsione aggravata, detenzione di armi, favoreggiamento tutti aggravati dal metodo mafioso, per aver favorito proprio il clan Sangermano.

Estorsioni anche in Irpinia

Ai presunti componenti del sodalizio criminale gli inquirenti contestano anche delle estorsioni per imporre la fornitura di mozzarelle ai locali, illecita concorrenza con minaccia e violenza contestata al solo N. S. per le forniture imposte ai titolari di imprese. Contestata anche la serie di estorsioni per accaparrarsi terreni nell’alto casertano. In particolare dalle indagini effettuate sul Clan Sangermano è emerso che nel giugno del 2017 alcuni componenti del sodalizio criminale – R.S. e S.S. - costringevano Andrea Canonico, collaboratore del ristorante “Quagliarella” ad acquistare trenta chili di mozzarelle, nonostante la scarsa qualità del prodotto che infatti veniva cestinato, procurando un ingiusto profitto con pari danno alla persona offesa.