Maltrattamenti nell'asilo, la requisitoria del Pg: "Confermate la condanna"

Il processo d'Appello proseguirà il 21 giugno prossimo quando è prevista anche la sentenza

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Solofra.  

di Paola Iandolo 

Solofra – Maltrattamenti su minori nell’asilo di Solofra: chiesta dal procuratore generale la conferma della condanna emessa in primo grado dal tribunale di Avellino a due anni di reclusione, pena sospesa, per Maria Laura Lieto e Gerardo De Piano. In primo grado quest’ultimo fu assolto, con formula piena “perché il fatto non sussiste” dalle accuse di violenza sessuale, già escluse dal tribunale del Riesame. Il pubblico ministero Luigi Iglio aveva chiesto due anni di reclusione per Gerardo De Piano ritenendo sussistente anche l’ipotesi di violenza e un anno di reclusione per Maria Laura Lieto, al termine del rito abbreviato. Il processo in appello proseguirà il prossimo 21 giugno quando la parola passerà alla difesa rappresentata dagli avvocati Gaetano Aufiero e Stefano Vozella.

La ricostruzione

L’inchiesta sull’asilo di Solofra, prese il via dopo l’allarme, lanciato nella chat della classe da alcune mamme che avevano presentato anche una denuncia alla stazione dei carabinieri.  Alcuni genitori avevano raccontato agli inquirenti della situazione drammatica vissuta dai loro figli: si rifiutavano di andare a scuola, piangevano al momento di prepararsi per recarsi all’asilo e avevano strani disturbi. Inizialmente i quattro indagati furono sottoposti anche alle misure cautelari attenuate successivamente dal tribunale del riesame: Gerardo De Piano fu sottoposto agli arresti domiciliari, tradotto in carcere per inosservanza delle prescrizioni; misura annullata dal riesame, Maria Laura Lieto, di Santa Paolina inizialmente fu sottoposta agli arresti domiciliari sostituiti dal gip con l’obbligo di dimora. I docenti della scuola materna di via Fratta, ad avviso della pubblica accusa “offendevano in più occasioni l’onore, il decoro e la reputazione degli alunni proferendo nei loro confronti espressioni vessatorie e offensive”.

“Ti attacco sopra la trave, ti devo impiccare, oggi non fai merenda e se non vuoi che ti faccia piangere finiscila” queste alcune delle frasi rivolte dagli insegnanti, coinvolti nell’inchiesta, nei riguardi degli alunni tali da creare un clima drammatico da cagionare ad avviso del magistrato “sofferenze psichiche e psicologiche” nei minori.