Alle battute finali il processo “Aste ok”. Stamattina il pubblico ministero della Dda di Napoli, Henry John Woodcock inizierà la sua requisitoria e dunque potrebbero arrivare anche le richieste di condanne per gli imputati. Inchiesta sfociata in 23 misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari, Fabrizio Finamore nel novembre 2019, su richiesta della direzione distrettuale antimafia di Napoli.
Filone d’indagine quello sulle aste, parallelo a quello sul clan Partenio 2.0. Nel processo Aste Ok sono imputati Livia Forte che proprio ieri dopo oltre 4 anni di carcere ha lasciato il penitenziario di Latina, Armando Aprile, Nicola Galdieri, Beniamino Pagano, Damiano Genovese, Carlo Dello Russo (tutti detenuti in carcere), Antonio Barone, Gianluca Formisano (finiti in carcere a novembre 2023 per inosservanza delle prescrizioni imposte durante gli arresti domiciliari), Emanuele Barbati, Antonio Ciccone, Manlio Di Benedetto, Antonio Flammia, Maria Luigia Gasparro, Raffaele Giaccio, Mario Gisolfi, Ermelinda Becchimanzi, Mario Guerra e Giuseppe Di Costanzo che rispondono a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, turbata libertà degli incanti, estorsione.
Attività investigativa che ha retto in larga misura il vaglio del tribunale del riesame, con la conferma di quasi tutte le misure cautelari nel 2019. Difatti, l’unico indagato rimesso in libertà dal tribunale del riesame di Napoli è stato Antonio Ciccone, difeso dall’avvocato Carmine Danna, e accusato di aver aggredito una donna esecutata davanti al bar del centro città.