Venti anni fa la lotta di popolo di Ariano: e ci provano ancora

Difesa Grande e contrada Ischia. Una pagina nera tristissima fatta di ungiustizie e soprusi

venti anni fa la lotta di popolo di ariano e ci provano ancora

"In nome della legge scioglietevi."Tuona ancora nella nostra mente questa intimazione. E chi la dimentica....

Ariano Irpino.  

Venti anni di lotte snervanti, una lunga e tormentata storia culminata nel 2004 con la grande lotta di popolo di Ariano Irpino e nel 2007 con la chiusura definitiva della discarica decretata dalla legge, dopo un lungo calvario fatto di soprusi, promesse disattese e impegni non mantenuti.

Una ferita che niente e nessuno potrà mai rimarginare. Correva l’anno 2004, un mese di marzo, freddo, a tratti nevoso e interminabile che la città non potrà mai dimenticare. 

L’epilogo di una battaglia partita da lontano, dopo impregni disattesi e promesse non mantenute. Giorno e notte in strada, sfidando tutto e tutti, con grande coraggio e determinazione pur di difendere a denti stretti  la propria terra oltraggiata da una politica scellerata. Città sigillata in entrata e uscita, blocco di ogni attività, scuole chiuse e trasporti pubblici fermi.

La comunità, orfana dell’amministrazione comunale, mostrò da sola i suoi muscoli. Chi non ricorda la grande tenda e la roulotte al bivio di Villanova, tra fuochi accesi e presidi. Movimenti, gente comune, bambini, adulti, anziani, donne temerarie, parroci, una forza umana senza precedenti nella storia arianese, riuscì a rispedire al mittente quei tir maleodoranti carichi di rifiuti, senza l’aiuto di nessun politico. Molti volti di quelle lunghe giornate tumultuose, da Cardito al bivio di Villanova, per uno strano scherzo del destino, non ci sono più tra cui Giovanni Maraia, Anselmo La Manna, Vincenzo Manganiello, che per quella vicenda hanno lottato con tutte le loro forze schierandosi in prima linea tra i manifestanti insieme a Giovanni La Vita, Guglielmo Ventre, Felice Vitillo e tanti altri. 

Con la partecipazione straordinaria della Città, nel ruolo di se stessa, la lotta di popolo di Ariano, fece il giro del mondo, grazie al cortometraggio scritto e diretto da Giambattista Assanti, dal titolo, le campane di Sant’Ottone.

Tra la gente, nei luoghi della protesta, i due attori Vanessa Gravina e Giulio Scarpati. Un documentario puntuale e profondo che ancora oggi nel rivederlo suscita forte emozione.

Non verranno mai prese più in considerazione ipotesi di discariche su questo territorio ebbe a dire l’ex commissario all’emergenza rifiuti Corrado Catenacci e l’ex Ministro all’ambiente in visita ad Ariano, Altero Matteoli. Parole al vento non seguite dai fatti con la costruzione, come se non bastasse di una seconda discarica gemella in quello stesso territorio.

Una storia infinita quella di Difesa Grande che ne ha viste di amare sorprese nel corso degli anni. Il 19 giugno 2007 un provvedimento scellerato e assurdo, riaccese la tensione ad Ariano Irpino. Napoli continuamente in ginocchio, la Campania in sofferenza affogata dai rifiuti e la discarica arianese pur essendo interessata da un'inchiesta da parte della magistratura, dovette purtroppo riaprire i cancelli. Il calvario questa volta durò fortunatamente solo venti giorni dopo la presa di posizione dell'allora sindaco Gambacorta.

9 luglio 2007 alle 19.30. E' stato questo l’ultimo vero giorno di Difesa Grande con la chiusura definitiva di quei cancelli decretata dalla legge.

La beffa, un anno dopo a pochi chilometri, in quello stesso fazzoletto di terra di una vallata già violata. E’ Pustarza, a Savignano Irpino, uno dei territori più belli della Valle del Cervaro a doversi sacrificare ancora una volta per salvare Napoli. Una brutta pagina nera anche qui, con lo stato che agisce contro stesso. Scontri, giornate ad alta tensione, feriti a colpi di manganellate, solo per un soffio la lotta non finisce in tragedia. L’ambientalista Anselmo La Manna viene pestato al casello di Grottaminarda da poliziotti di ritorno da Savignano e diretti a Napoli. Un gesto sul quale non si è fatto mai chiarezza, rimasto impunito.  Come dire al danno anche la beffa per chi ha semplicemente lottato nel difendere un territorio, calpestato e offeso, rimettendoci anche la vita per lo stato di tensione dovuto alle continue lotte su più fronti. 

E il 2004 è l'anno anche dei feroci scontri in contrada Ischia a Savignano Irpino allo scalo di Montaguto-Panni a causa della scellerata decisione della provincia di Avellino di impiantare una discarica, per uno strano scherzo del destino, in quello stesso luogo in cui oggi qualcuno vorrebbe mettere le mani per realizzare un impianto di trattamento fanghi che la popolazione non permetterà. Una pagina nera culminata anche qui con l'arresto dell'ambientalista Anselmo La Manna e fatto ancora più grave con la carica delle forze dell'ordine a persone anziane e indifese. Istituzioni contro se stesse. In nome della legge scioglietevi.... Tuona ancora nella nostra mente questa intimazione. E chi la dimentica....

Sindaci trascinati nel fango a terra, con tanto di fascia tricolore addosso. Fu un inferno. In soccorso all'Irpinia scese come oggi la vicina Puglia a partire dal compianto sindaco di Panni Leonardo De Luca colto da malore in quella mattinata tumultuosa, quando quegli uomini in divisa, costretti dall'alto ad obbedire non si fermarono neppure dinanzi ai bambini in braccio alle loro mamme. Vinse anche qui come ad Ariano qualche mese prima, la lotta di popolo e la determinazione della gente. Una grande compattezza da parte dei sindaci irpini e foggiani riuscì a salvare quell'area che oggi qualcuno vorrebbe nuovamente infangare.