Aggredito dai cinghiali, anziano salvo grazie al suo cane

La rabbia dell'84enne agricoltore di Quindici: Stanno distruggendo tutto, i politici intervengano

Quindici.  

Aggredito da un branco di cinghiali in aperta campagna, salvo per miracolo un anziano di Quindici che viene difeso dal proprio cane. Per l’84enne agricoltore tanta paura, ed ora, il ricordo di una brutta disavventura. Se è ancora tutto intero, Mariano Vivenzio deve ringraziare il proprio cane.

L'episodio testimonia come la provincia di Avellino sia tra le più colpite in Italia dall’emergenza ungulati. Particolarmente drammatica è la situazione nei Comuni che rientrano nel Parco del Partenio: cinghiali devastano ogni giorni colture di pregio, in particolare, le nocciolicole e castanicole, danneggiando anche alberi di frutto e orti.

Il racconto. Come ogni mattina, da Quindici, l’uomo era salito su, in montagna, località Pratella, a pochi chilometri in linea d’aria dal territorio di Sarno e Bracigliano, per effettuare un sopralluogo in vista dell’imminente raccolta delle nocciole. Ne voleva approfittare anche per vedere se ci fossero i porcini. Non ne ha avuto però il tempo. All’improvviso si è ritrovato dinanzi a sé il branco. «Erano due grandi, probabilmente il maschio e la femmina, e cinque piccoli – racconta Mariano Vivenzio – Mi hanno puntato immediatamente. Non sapevo che fare, né avevo con me il fucile per difendermi. Per fortuna c’era il mio cane che si è frapposto tra me e i cinghiali, cominciando a ringhiare. La macchina non era lontana. Ho avuto così il tempo di indietreggiare e mettermi al sicuro».

Scendendo a valle e cominciando ad avere consapevolezza dell’accaduto, Mariano, rabbioso, si è diretto in Municipio chiedendo del sindaco al quale ha affidato il proprio amaro sfogo. «Le autorità devono fare qualcosa. I cinghiali non solo attentano alla nostra incolumità, ma stanno mettendo in ginocchio le nostre produzioni. Mangiano le nocciole, distruggono i fusti delle pianta, ‘zappano’ il terreno. Io, adesso, devo fare la raccolta. Dopo l’aggressione subita, gli operai hanno paura e non vogliono venire in montagna. Come devo fare? A chi mi debbo rivolgere? La legge ci vieta di sparare ai cinghiali; eppure, decenni fa, quando eravamo pastori, difendevamo il gregge e la popolazione dai lupi. I politici, se sono in grado di fare qualcosa, aiutino gli agricoltori».

Il sindaco di Quindici Eduardo Rubinaccio, dopo aver ascoltato il racconto dell’anziano agricoltore, si è subito attivato contattando il presidente della commissione regionale agricoltura, Maurizio Petracca, al quale ha chiesto un incontro per discutere urgentemente della problematica. Domani sera, inoltre, in occasione dell’assemblea dei sindaci dell’Unione, Rubinaccio porterà la vicenda al vaglio degli altri amministratori del Vallo, reclamando a tutti un aiuto istituzionale volto a trovare una soluzione alla problematica. 

 

Rocco Fatibene