di Paola Iandolo
Assolti con formula piena due dipendenti comunali, impiegati all’ufficio anagrafe. I due erano accusati di peculato, per essersi appropriati di somme relative ai versamenti per il rilascio di carte di identità e altre certificazioni anagrafiche. Dichiarata l’intervenuta prescrizione, invece per le accuse di falso e per un imputato anche quella di simulazione di reato. I due sono pronti a rinunciare all’intervenuta prescrizione, per dimostrare la loro totale estraneità alle accuse mosse nei loro confronti.
L’istruttoria dibattimentale
La sentenza di assoluzione è stata emessa a distanza di dieci anni dai fatti contestati. Il processo ha dimostrato che non ci fu nessun errore da parte loro. L’inchiesta era stata aperta in seguito della denuncia che uno degli imputati aveva presentato alla locale stazione dei Carabinieri per un furto dei proventi delle certificazioni avvenuto all’interno degli uffici comunali, circa 500 euro. Per gli inquirenti si sarebbe trattato solo di una simulazione di reato. I due imputati, rappresentati in aula dagli avvocati Enrico Matarazzo, Gerardo Rauzzino, Antonio Barra e Gerardo Di Martino, hanno visto dopo una lunga istruttoria dibattimentale escludere e cadere ogni accusa nei loro confronti, che nel frattempo hanno perso anche il lavoro.
Le richieste del pm
Il pm al termine della sua requisitoria aveva chiesto una condanna a sei anni di reclusione. Decisiva molto probabilmente la circostanza emersa da una serie di documenti prodotti dagli avvocati dai quali sono stati riscontrati degli errori nei calcoli, ma nessuna sottrazione di denaro.