San Martino Valle Caudina - I tre indagati accusati di usura ed estorsione aggravate dal metodo mafioso e dal fine di agevolare il clan, sottoposti alle misure cautelari, hanno respinto le accuse fornendo la loro versione nel corso degli interrogatori di garanzia svoltosi davanti al gip del tribunale di Napoli.
Paolo Pagnozzi (ai domiciliari) considerato dagli inquirenti il reggente del clan, ha risposto a tutte le domande del gip affiancato dal suo avvocato Giovanni Adamo. Ha chiarito di aver avuto contatti con Gerardo Marino (in carcere) per questioni strettamente familiari.
Mentre Gerardo Marino (ristretto nel carcere di Bellizzi Irpino e difeso dall'avvocato Giovanni Adamo) ha respinto le accuse di usura mosse dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli precisando che vi erano rapporti strettamente lavorativi.
Ed infine Clemente Caliendo (ai domiciliari) difeso dall’avvocato Valeria Verrusio ha respinto le accuse e presentato della documentazione precisando i motivi per ogni contatto telefonico.
L’operazione
I Carabinieri del comando provinciale di Avellino il 6 settembre hanno eseguito le misure per Paolo Pagnozzi, Clemente Caliendo e Gerardo Marino, tutti residenti a San Martino Valle Caudina e Casagiove. Arresti effettuati al termine di un’ampia indagine antiusura avviata dopo l’omicidio di Orazio De Paola, 58 anni, avvenuto l’8 settembre 2020 a San Martino.